Luigi Martinelli assaltò Equitalia: “Rivoglio i fucili, regalo per mio figlio”

Luigi Martinelli assaltò Equitalia: "Rivoglio i fucili, regalo per mio figlio"
Luigi Martinelli nel giorno dell’assalto alla sede Equitalia il 3 maggio 2012 (Foto Ansa)

BERGAMO – “Rivoglio indietro i miei fucili da caccia, per regalarle a mio figlio“. Luigi Martinelli, l’uomo che il 3 maggio 2012 fece irruzione nell’Agenzia delle Entrate di Romano, in provincia di Bergamo, e vi si barricò dentro, ora chiede indietro le armi dell’assalto. Un assalto, con tanto di sparatoria e ostaggi, per un debito da 2400 euro per un canone Rai non pagato.

Due pistole, due fucili da caccia, cinque carabine e centinaia di munizioni. Il suo personale arsenale che però non è connesso al reato e che pertanto Martinelli, che ha patteggiato una condanna a 3 anni di reclusione e ora si trova ai domiciliari in attesa dell’affidamento ai servizi sociali, vorrebbe indietro perché “sarebbe uno spreco distruggerle“.

L’Eco di Bergamo scrive:

“Ma se il signore che reclama la restituzione del suo arsenale è l’uomo che il 3 maggio del 2012 fece irruzione nell’Agenzia delle Entrate di Romano, sparando e tenendo in ostaggio un impiegato perché esasperato da un debito che poi si rivelò di soli 2.400 euro, è lecito farsi cogliere da un brivido”.

Martinelli ha spiegato al quotidiano:

“«I fucili, le carabine e le pistole non sono mai stato intenzionato a riaverli per me – confessa -. Dai, sarebbe il colmo se mi ridessero le armi, con quello che ho combinato. Non posso più toccarle, giusto così. Il porto d’armi me l’hanno ritirato. Io vorrei darle a mio figlio, che ha il permesso, o piuttosto regalarle a un amico. Tutto, purché non vadano distrutte: sarebbe uno spreco»”.

Gestione cookie