Luigi Preiti bugiardo? Attentato sembra premeditato e organizzato

Pubblicato il 30 Aprile 2013 - 08:55| Aggiornato il 27 Febbraio 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Luigi Preiti bugiardo? Il suo sembra un attentato premeditato e organizzato, mentre lui ha detto che era stato un po’ improvvisato.

La punta di trapano, la mappa col percorso segnato, la posizione di tiro, i vestiti scuri. Ci sono 4 indizi che mettono in dubbio la versione di Luigi Preiti. Li ha contati Fiorenza Sarzanini in un articolo sul Corriere della Sera.

La storia: sabato 27 aprile Preiti esplode 6 colpi di pistola fuori da Palazzo Chigi. Nella sparatoria sono feriti due carabinieri: Giuseppe Giangrande e Francesco Negri. Preiti dice che il suo obiettivo erano i politici. Ma il suo racconto, spiega appunto la Sarzanini, presenta delle incongruenze. Vediamole.

La punta di trapano

La punta di trapano che Preiti aveva addosso sarebbe servita, secondo gli investigatori, per cancellare il numero di matricola della pistola usata nella sparatoria.

Questo elemento, spiega Sarzanini, avvalora l’ipotesi, già seguita dagli investigatori dell’Arma, che se la sia procurata in Calabria prima di partire alla volta di Roma.

La mappa segnata in 3 punti

Nella borsa che Preiti aveva con sé c’era una cartina di Roma “segnata in 3 punti”.

Spiega Sarzanini che “sono le zone chiave che segnano il suo percorso dall’arrivo fino all’agguato. Adesso bisognerà capire se sia stato lui a evidenziarlo oppure se qualcuno gliel’abbia suggerito”.

Il vestito scuro

Il giorno dell’attentato, Preiti indossa un vestito blu.

Una scelta non casuale secondo la Sarzanini: “Il completo che indossa è identico a quelli utilizzati dagli addetti alla sicurezza delle sedi istituzionali”.

Una scelta che secondo la Sarzanini “dimostra che l’uomo non ha affatto agito d’impeto perché disperato”.

Posizione di tiro

Preiti sostiene di non aver agito per uccidere, ma secondo Sarzanini anche questo parte del suo discorso non quadra: “Di certo c’è che Preiti ha mirato in quelle parti del corpo non protette dal giubbetto antiproiettile. Il brigadiere Giuseppe Giangrande viene colpito al collo. Il suo collega Francesco Negri è ferito a una gamba”.