Luigi Lusi, chiesto il carcere. “30mila € del partito per matrimonio”

Pubblicato il 3 Maggio 2012 - 09:26 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La Procura di Roma ha chiesto al Senato l’autorizzazione all’arresto, con detenzione in carcere, dell’ex tesoriere della Margherita, Luigi Lusi. Il motivo della richiesta è che i pm temono ci sia da parte di Lusi pericolo di inquinamento delle prove e di reiterazione del reato. Nel frattempo sono stati posti ai domiciliari la moglie di Lusi, Giovanna Petricone e i commercialisti Mario Montecchia e Giovanni Sebastio. Le abitazioni di questi ultimi sono state perquisite dal nucleo di polizia tributaria delle fiamme gialle. L’accusa per tutti è di associazione per delinquere per aver messo in piedi, secondo l’accusa, un’organizzazione finalizzata alla spoliazione del patrimonio della Margherita. Tanto che secondo gli inquirenti, ad esempio, Lusi sottrasse al partito più di 30 mila euro per pagare lo chef del suo secondo matrimonio. Per quanto riguarda le accuse lanciate da Lusi “altri nel partito sapevano”, sembra che le accuse siano rimaste senza seguito.

Nell’ordinanza di arresto c’è scritto che “l’ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi ha sottratto al patrimonio del partito circa 23 milioni complessivi, finora accertati, utilizzati a fine di profitto personale”.

A Luigi Lusi è ”attribuito il ruolo di capo e di promotore” dell’associazione per delinquere finalizzata all’appropriazione indebita di fondi della Margherita. E’ quanto afferma in una nota il procuratore di Roma Giuseppe Pignatone. Nell’inchiesta sono indagati anche Paolo Piva e Diana Ferri, ex amministratori di società. ”Il provvedimento adottato nei confronti del senatore Lusi – prosegue la nota del procuratore – con i relativi atti e’ stato trasmesso al presidente del Senato con la richiesta di autorizzazione ai sensi dell’articolo 68 della Costituzione”. Nella stessa nota si precisa che ”i reati contestati agli indagati sono il concorso in appropriazione indebita pluriaggravata e continuata e l’associazione per delinquere. La misura e’ stata chiesta e applicata con riferimento al solo reato associativo”.

Il procuratore aggiunto Alberto Caperna ed il sostituto Stefano Pesci hanno accertato che le sottrazioni di almeno 22 milioni di euro (ma la cifra potrebbe lievitare di altri 2-4 milioni) dalle casse della Margherita rientra in un progetto non solo riferibile a Lusi, che rimane comunque ‘dominus’ della situazione, ma anche alla moglie ed ai commercialisti Montecchia e Sebastio, ex amministratori delle societa’ Ttt e Paradiso Immobiliare, e degli ex amministratori Piva e Ferri.

Proprio il profilarsi di un’organizzazione, quindi di un’associazione per delinquere, dietro la sottrazione di fondi ha consentito ai pm di chiedere le misure cautelari nei confronti dell’ex tesoriere e dei suoi sodali. Per la sola contestazione di appropriazione indebita, infatti, non e’ previsto l’arresto.  I pm hanno accertato che ”tracce” dell’attivita’ di spoliazione del patrimonio della Margherita sono evidenti gia’ nel periodo a cavallo tra il 2006 ed il 2007, in concomitanza con la conclusione dell’avventura politica del partito e il confluimento delle diverse anime in altre formazioni.

“30mila euro per lo chef del matrimonio”.  Per il suo secondo matrimonio, nel luglio del 2009, il senatore Luigi Lusi ha speso oltre 30 mila euro per lo chef Antonello Colonna pagando con assegni della Margherita. E’ quanto accertato dal procuratore aggiunto Alberto Caperna e dal sostituto Stefano Pesci nell’ambito dell’inchiesta sulla sottrazione di fondi dalle casse del partito.

1 milione per la casa a Roma in via Monserrato. Gli uomini della Guardia di Finanza hanno trovato tracce di circa un milione e 355 mila euro proveniente dalla casse del Margherita e che il senatore Luigi Lusi ha impiegato per l’acquisto di un appartamento in via Monserrato a Roma costato complessivamente 3 milioni e 600 mila euro, escluse le tasse. Questa somma e’ stata individuata dalle Fiamme Gialle dopo il secondo interrogatorio a cui e’ stato sottoposto l’ex tesoriere durante il quale, pero’, l’esponente Dl non ne aveva fatto alcune menzione. Sul complessivo ammanco dai conti del partito e’ al lavoro da alcuni mesi, su delega della Procura di Roma, un funzionario della Banca di Italia.

23 milioni sottratti al partito. Tra 2007 e 2011 sul conto corrente della Margherita presso l’Agenzia Bnl del Senato ”sono confluiti rimborsi elettorali per almeno 79.663.669 euro”: cifra a cui, secondo l’accusa, Lusi ha attinto per sottrarre circa 23 milioni. ”Sino alle sue dimissioni Lusi era l’unica persona fisica delegata in via generale a operare su tale conto, unitamente al presidente della Margherita, che tuttavia non risulta aver mai effettuato operazioni”. Lo si legge nell’ordinanza di arresto dell’ex tesoriere Luigi Lusi.

 Il totale delle somme sottratte da Lusi dalle casse del partito, accertato finora, e’ indicato nel capo di imputazione in cui si contesta all’ex tesoriere il reato di appropriazione indebita. ”Perche’ – scrive il Gip Simonetta d’Alessandro – a piu’ riprese, abusando dell’incarico di tesoriere dell’associazione ‘Democrazia e Liberta’ (associazione destinataria, tra l’altro, di accrediti da parte di istituzioni parlamentari a titolo di rimborsi elettorali), indebitamente si appropriava” dei fondi. In particolare la somma piu’ rilevante – 13.579.200 euro – e’ finita, attraverso 96 bonifici effettuati dal conto corrente della Margherita aperto presso l’agenzia Bnl del Senato, in un conto Unicredit intestato alla societa’ Ttt srl, ”societa’ allo stesso Lusi riconducibile”.

C’e’ poi, scrive ancora il Gip, un milione di euro ”versato a mezzo di numerosi assegni di taglio medio-piccolo” tratti dal solito conto del Senato, ”consegnati, privi dell’intestazione del beneficiario a Paolo Melegari quale anticipo per l’acquisto di Villa Elena di Ariccia e successivamente imputati a prezzo parziale dell’acquisto del diritto di usufrutto sul predetto immobile, diritto fittiziamente intestato alla nipote acquisita Micol D’Andrea”. Nell’ordinanza sono indicati inoltre 3.281.000 versati da Lusi – sempre in assegni di piccolo e medio taglio – su un altro conto corrente Unicredit ”intestato alla moglie Giovanna Petricone” e oltre 3,6 milioni finiti a Roberto Ruggieri, titolare della Ruggieri Mario Srl: in particolare, oltre un milione e’ stato pagato da Lusi ”quale corrispettivo parziale di lavori effettuati…su immobili di proprieta’ del Lusi siti in Capistrello (L’Aquila)” e 2.6 sono serviti a pagare i lavori effettuati da Ruggieri ”su immobili di proprieta’ di ‘Paradiso Immobiliare srl, societa’ riconducibile a Lusi”.

Infine, il Gip indica 1.355.000 euro prelevati sempre dal solito conto Bnl del Senato e versati con assegni privi ”dell’intestazione del beneficiario a L’Abbate Giuseppe, quale corrispettivo parziale (e non dichiarato nel contratto di compravendita a fini di evasione fiscale e di frode in danno dell’agenzia immobiliare) con riferimento all’acquisto, da parte di Ttt, dell’immobile di via Monserrato”. L’appropriazione indebita dei fondi, scrive ancora il Gip nell’ordinanza, e’ avvenuta ”in concorso con Mario Montecchia e Giovanni Sebastio i quali, previo accordo, in qualita’ di commercialisti della Margherita e, come tali, responsabili della corretta tenuta delle scritture contabili e della redazione del rendiconto, provvedevano alla sistematica scritturazione mendace sui libri contabili al fine di occultare la reale destinazione delle numerosissime transazioni effettuate dal Lusi a fini di indebita appropriazione, assicurando contemporaneamente supporto tecnico e professionale nell’attivita’ di reimpiego delle somme sottratte”.

La difesa. ”Siamo sconcertati”. Questa la reazione del difensore del senatore Luigi Lusi, alla richiesta di arresto emessa dal Gip di Roma.”Questo provvedimento – afferma l’avvocato Luca Petrucci –  arriva dopo una ampia confessione, dopo aver chiesto incidente probatorio che ci e’ stato rigettato. Dopo aver chiesto il sequestro del sistema informatico contabile della Margherita, su cui non c’e’ ancora data risposta. Dopo aver messo a disposizione della Margherita tutti i beni immobili oggetto di contestazione viene disposta una misura cautelare per la quale allo stato non si comprende su quali elementi nuovi si basi l’ordinanza”. Il penalista spiega di non aver ancora visionato l’ordinanza emessa dal giudice affermando che si sta recando a Genzano dal suo assistito.

Il difensore della Margherita. ”Si conferma che la Margherita e i suoi esponenti sono vittime di un reato”. Questo il commento dell’avvocato Titta Madia, difensore dei Dl, sulla decisione del gip di Roma Simonetta D’Alessandro che ha chiesto l’arresto dell’ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi accusato, assieme alla moglie Giovanna Perticone e a due commercialisti, di associazione a delinquere finalizzata all’appropriazione indebita.

Lusi: “Decisione abnorme”. ”E’ un provvedimento giuridico abnorme – commenta lo stesso Lusi – Alcune affermazioni non sono nemmeno riscontrate, come i poteri del Comitato di tesoreria e dei revisori dei conti della Margherita. Prendono per buone sommarie informazioni di Enzo Bianco”, cioè il presidente dell’Assemblea federale del partito.

”In sostanza – prosegue l’ex tesoriere della Margherita – nessun fatto nuovo, ma la qualificazione giuridica contenente il reato associativo. Per mia moglie la misura chiesta e’ per… pericolo di fuga… Nessun altra ragione”.

Accusatori interni. “La Margherita è stata vittima di reati molto gravi. Per parte nostra, confermiamo piena fiducia e collaborazione con la Magistratura e la volontà di recuperare tutto il maltolto”. Lo dichiarano Rutelli, Bianco e Bocci confermando che ”avanzi di bilancio e gli ammanchi saranno destinati a finalità pubbliche di alto valore sociale”.