TORINO – Lo chef stellato Davide Scabin non paga l’affitto del suo ristorante al Castello di Rivoli (Torino): a lanciare l’accusa è il Movimento 5 stelle, che ha presentato un’ordinanza al Comune sostenendo che da anni il cuoco non paga il canone all’ex residenza sabauda dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’Umanità. “Lo chef deve al Museo circa 230 mila euro – sostiene l’assessore regionale alla Cultura e al Turismo Antonella Parigi – e visto che questo contenzioso risale a parecchi anni fa non c’è dubbio che vada sanato con urgenza: non si tratta di una residenza qualunque, sono soldi pubblici, della questione si stanno occupando i legali del castello che cercheranno di arrivare a una soluzione bonaria”.
Una cifra non troppo alta, comunque, considerato che per una cena al ristorante Combal Zero si cena a 200 euro a testa, all’incirca. Il problema, secondo la consigliera pentastellata Chiara Appendino, è che “gli utili derivanti da quel contratto di locazione contribuiscono alle spese del museo di arte contemporanea e dunque alla fruizione della cultura”. Così la questione è diventata politica, sottolinea Emanuela Minucci sulla Stampa.
La Regione e il Castello di Rivoli, in ogni caso, non intendono sfrattare lo chef, come ha spiegato la presidente dell’associazione culturale Castello di Rivoli Daniela Fornero alla Stampa: “Il ristorante ci dà un evidente prestigio, ma è altrettanto chiaro che non ci possiamo permettere, di fronte a un simile debito, di non pretenderne una ridefinizione: magari attraverso una rateazione o una riduzione ex post che si deve al fatto che il ristorante non è più aperto a pranzo come all’inizio. Alla fine però quell’ammanco dovrà tornare nelle casse del Castello”.
Spiega Minucci sulla Stampa:
“In un momento in cui gli enti locali – a Torino come in mezza Italia – riducono i fondi destinati alla cultura per salvare welfare e servizi, la questione che un ristorante di lusso finisca per fare utili alle spalle della cultura non passerebbe inosservata. Il contratto siglato da Scabin con il Castello di Rivoli nel 2002 era di 55 mila euro l’anno. Ma, in virtù del fatto che il ristorante non è più aperto a pranzo lo chef ha chiesto al Museo di rivedere il contratto. Secondo i padroni di casa però l’ha fatto a suo modo: smettendo di pagare l’affitto. E aggiungendo che gli infiniti lavori di ristrutturazione del Castello hanno costretto per troppo tempo i suoi clienti a entrare dal retro. Insomma, la guerra del canone si compone di mille aspetti. Ma ora prima che la questione possa suscitare l’interesse della Corte dei Conti, il padrone di casa, che è pubblico, ha deciso di mettere lo chef di fronte alle sue responsabilità.
Ieri l’inventore dell’ostrica virtuale e del tataki di melanzane era in Irlanda e ha reagito così alla domanda sulla sua morosità: «Quando non hanno nulla da fare a Torino si inventano delle storie su Scabin. Se pago o no l’affitto? Parlate con la dottoressa Formento io parlo di cucina». L’ultima domanda riguarda le voci che lo danno per desideroso di cercare una sede alternativa magari a Milano. Ma lì Scabin è tranchant: «Io mi trovo bene al Castello, il ristorante funziona e non ho alcuna intenzione di spostarmi».”.