Maestre arrestate, i genitori: “Ci costituiremo parte civile”

Pubblicato il 20 Marzo 2011 - 18:45 OLTRE 6 MESI FA

CASARILE (MILANO) – Sarà interrogata in ospedale, nel reparto di psichiatria del San Matteo, dove è ricoverata, Elena P., l’educatrice di 33 anni che ieri ha tentato il suicidio. La sua direttrice, Roberta Bonizzoni, sara’ invece accompagnata in Procura a Pavia. Entrambe agli arresti domiciliari da venerdi’ sera, dovranno difendersi dall’accusa di aver maltrattato e sequestrato, chiudendoli in locali bui, i bambini nel loro asilo. Ad inchiodarle le immagini riprese da gennaio da minitelecamere nascoste nel nido ‘Primi passi’ dai carabinieri dopo la denuncia di due genitori. Filmati pare cosi’ eloquenti che la procura è orientata a chiedere il rito immediato. Non si sa ancora quale sara’ la linea di difesa delle due davanti al sostituto procuratore Roberto Valli. Sembra che Roberta, 34 anni, titolare della struttura che aveva ottenute le garanzie sia dalla Regione che dall’Asl, negli ultimi due mesi fosse stata assente per piu’ settimane. ‘

‘Si e’ operata per un problema dermatologico – ha raccontato una sua amica – e per parecchio tempo non e’ andata a lavorare, comunque la conosco, escludo abbia fatto quello di cui viene accusata”. L’asilo sarebbe rimasto quindi nelle mani di Elena P., i cui atteggiamenti con i bambini aveva gia’ destato qualche riserva nei genitori. Ieri l’educatrice ha tentato il suicidio prima tagliandosi le vene poi ingerendo dei farmaci. Un gesto che potrebbe essere dettato dall’umiliazione per le accuse, oppure dalla vergogna o dal senso di colpa. Ma secondo la denuncia dei due genitori, che a loro volta avevano raccolto i sospetti di un’ex collaboratrice dell’asilo, era da tempo che i metodi educativi nel nido erano perlomeno discutibili. Intanto i genitori dei bimbi che frequentavano i ‘Primi passi’, da sabato posto sotto sequestro, si stanno organizzando per la costituzione di parte civile in un eventuale processo. Venerdi’ sera ciascuno di loro era stato contattato dai carabinieri che li avevano avvisati dell’arresto delle maestre e della chiusura del nido. ”Poi non abbiamo piu’ sentito nessuno – dice un papa’ – Nessuno ci ha ancora convocato, ma la prima cosa che chiederemo, appena sara’ possibile, sara’ di vedere i filmati”.

Ogni mamma e papa’ sta vivendo nell’angoscia di cosa puo’ aver subito in quel nido il proprio figlio. Le immagini mostrerebbero schiaffi, strattonamenti, bambini portati di forza in un locale isolato, lontano dagli altri. Dove non arrivano le telecamere, suppliscono le cimici. Si sentirebbero urla delle educatrici, i pianti disperati dei bambini. ”Non avrei mai creduto di trovarmi in una situazione del genere – ammette una mamma – mi ritrovo a spiare ogni atteggiamento insolito della mia bambina chiedendomi cosa significa e se e’ la reazione a qualcosa che ha visto nell’asilo, credo che chiedero’ un consiglio ad uno psicologo”.