Mafia a Roma. Massimo Carminati, Alemanno, Mancini: il “cerchio nero”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Dicembre 2014 - 12:11| Aggiornato il 17 Dicembre 2014 OLTRE 6 MESI FA
Mafia a Roma. Massimo Carminati, Alemanno, Mancini, il "cerchio nero"

Mafia a Roma. Massimo Carminati, Alemanno, Mancini, il “cerchio nero”

ROMA – Mafia a Roma. Massimo Carminati, Alemanno, Mancini, il “cerchio nero”. L’operazione “Terra di Mezzo” condotta oggi dai Ros su ordine della Procura di Roma, 37 arresti, indagati eccellenti come l’ex sindaco Alemanno, perquisizioni a tappeto nei palazzi delle istituzioni locali (Comune e Regione) rivela un “ramificato sistema corruttivo” perseguito con metodi definiti mafiosi. Tramite una “associazione di stampo mafioso”, il più grave dei reati contestati.

Allo stato dell’indagine – si legge nell’ordinanza d’arresto firmata dal giudice Flavia Costantini – può essere affermato con certezza che vi erano dinamiche relazionali precise, che si intensificavano progressivamente, tra Alemanno, sindaco di Roma, e il suo entourage politico e amministrativo, da un lato e il gruppo criminale che ruotava intorno a Buzzi e Carminati, dall’altro; dinamiche relazionali che avevano ad oggetto specifici aspetti di gestione della cosa pubblica e che certamente non possono inquadrarsi nella fisiologia di rapporti tra amministrazione comunale e stakeholders. (Corriere della Sera)

Il cerchio nero. A capo di quella che gli inquirenti considerano una vera holding criminale, un personaggio noto del “romanzo criminale” cittadino, Marco Carminati, detto il “guercio”, un passato nella destra eversiva nei Nar e nella Banda della Magliana (dove è associato al nome di battaglia del “nero”). La holding spaziava dalla corruzione, per aggiudicarsi appalti, all’estorsione, all’usura e al riciclaggio. Un sodalizio, dicono i pm, da anni radicato nella Capitale e facente capo appunto a Massimo Carminati, con infiltrazioni “diffuse” nel tessuto imprenditoriale politico e istituzionale.

«A Roma anche la ’ndrangheta e la camorra dovevano sentire il parere di Carminati per i loro affari», questo il parere di un inquirente. Così come era stato capace di costruire e di gestire un fiorente traffico di videopoker: affari per milioni di euro. La Distrettuale Antimafia ne aveva monitorato anche i rapporti con Michele Senese boss della camorra che ha spadroneggiato a Roma e ora recluso in carcere con l’ergastolo. Su di lui erano caduti i sospetti su alcuni recenti omicidi accaduti a Roma.

Era soprannominato il ”cecato”: da giovane mentre trasportava la valuta della Magliana in Svizzera era stato crivellato di colpi dalla polizia e così aveva perso un occhio. Massimo Carminati è il ”Nero”: il killer spietato che spadroneggia nella ”fiction” sulla banda della magliana. Un arresto fondamentale quello di Carminati per bloccare il crimine romano più segreto e pericoloso. (Marco De Risi, Il Messaggero)

Un “cerchio nero” allargato a vecchie conoscenze dell’estremismo di destra reduce dagli anni di piombo con sponda istituzionale nel potere politico amministrativo romano. Come Riccardo Mancini, tra gli arrestati di oggi, amministratore delegato di Eur Spa, finanziatore della campagna elettorale di Gianni Alemanno nel 2006. Ieri, ex camerata, ex militante di Avanguardia nazionale, condannato a un anno e 8 mesi per armi.