Mafia, agguati a Catania: forse entrambi contro il boss Garozzo

CATANIA, 4 GIU – L'agguato di ieri a Misterbianco e l'omicidio di stamattina a Catania potrebbero essere un tentativo di un clan rivale di fare terra bruciata attorno al boss Giuseppe Garozzo. E' una delle ipotesi degli investigatori che indagano sull'uccisione, avvenuta all'alba, di Salvatore Grasso, indicato dai carabinieri come organico alla frangia Cappello della cosca dei Cursoti, freddato in un bar di Corso Indipendenza mentre giocava con una slot-machine, seguito al ferimento, avvenuto ieri a Misterbianco con tre colpi di pistola, del boss storico dei Cursoti, Giuseppe Garozzo, 62 anni noto come 'Pippo u maritatu' (Pippo lo sposato) e di un suo amico. Al momento accertamenti sono in corso per verificare se esistano collegamenti tra i due episodi ma il ritrovamento effettuato dai carabinieri di una pistola a casa di un presunto affiliato alla cosca a Misterbianco – sottolineano fonti investigative – fa ritenere che il livello di allerta all'interno del gruppo dei Cursoti sia cresciuto notevolmente. L'arma e' stata trovata nel corso di perquisizioni e controlli nei confronti di numerosi pregiudicati e affiliati della cosca dei Cursoti disposti, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Catania. Per il procuratore di Catania Michelangelo Patane' ''e' ancora troppo presto per parlare di una nuova guerra di mafia a Catania, certo c'e' una tempistica da valutare, ma ancora ci sono pochi elementi per un'ipotesi privilegiata''. Secondo fonti investigative, al momento non emergerebbero prove di collegamenti diretti tra i due episodi, se non la tempistica e l'appartenenza di Grasso e Garozzo al clan dei Cursoti.

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