Mafia, fine dei domiciliari per l’ex Sisde Bruno Contrada: “Qualcuno si pentirà”

Dopo una condanna per mafia e otto mesi di detenzione l’ex numero due del Sisde Bruno Contrada è tornato in libertà.
Bruno Contrada (Foto Lapresse)

PALERMO – ”Scusatemi, ma non sto bene e non potrò rispondere a tutte le vostre domande”: con questa frase Bruno Contrada ha risposto ai giornalisti che gli domandavano sul suo primo giorno di libertà. Perché Bruno Contrada, ex numero due del Sisde (i servizi segreti interni) ora è un uomo libero.

Dopo due anni di domiciliari ora la pena è stata scontata. ”Non odio nessuno, né provo rancore”, ha detto a chi gli domandava se, dopo 8 anni di detenzione e una condanna per mafia, ha risentimenti verso qualcuno. Ma, e lo ripete più volte, ”non mi rassegno, né mi pento” di un’esistenza passata a ”servire le istituzioni” rifarebbe tutto. ”Ho passato la maggior parte della mia vita al servizio dello Stato e non cambierei nulla. Con me nella tomba non porterò segreti”.

Mai un passo indietro nel ribadire la sua innocenza. Nonostante le condanne in tutti i gradi di giudizio. E la certezza che un giorno chi gli sopravviverà vedrà “ristabilita la verità”. ”Quando il 10 maggio del 2007 sono entrato nel carcere di Santa Maria Capua Vetere per scontare la pena ingiusta che mi era stata inflitta dissi che ero sicuro, come lo sono ora, che un giorno che vedranno i miei figli o i miei nipoti la verità sarà ristabilita e allora qualcuno dovrà pentirsi per quello che ha fatto a me ed alle istituzioni che ho servito fedelmente da quando avevo 20 anni e indossai la divisa da bersagliere”.

Lui, per quanto potrà, continuerà a lottare perché quella verità possa essere affermata. ”Finché avrò respiro”, dice. A chi gli chiede cosa pensa degli altri uomini delle istituzioni coinvolti in indagini di mafia (il riferimento è all’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia) Contrada risponde senza tirarsi indietro: ”Per il generale Mori in particolare provo stima e ammirazione. Ma dell’indagine preferisco non parlare, non ne so nulla”.

 

 

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