ROMA – “Chi ruba va in galera e ripaga tutto”. Così il premier Matteo Renzi sentenzia sulla fase due dell’inchiesta Mafia Capitale, quella che ha portato all’arresto di 44 consiglieri capitolini, sia di destra che di sinistra, accusati di fare affari sugli immigrati e sui centri di accoglienza. E mentre dalle opposizioni arrivano a gran voce le richieste di dimissioni all’indirizzo del sindaco di Roma Ignazio Marino, il Pd gli fa scudo intorno: “Con Carminati una banda di destra“, spiega il presidente democratico Matteo Orfini, mentre “le amministrazioni di Marino e Zingaretti sono state un baluardo della legalità“. Perciò niente dimissioni. Marino ribadisce di voler restare al suo posto e rivendica: “Oggi in Campidoglio ci sono solo persone perbene”.
Matteo Renzi interviene a distanza, al termine di un incontro bilaterale a Palazzo Chigi, con la presidente del Cile Michelle Bachelet:
“Chi ha violato le regole del gioco – afferma – è giusto che paghi tutto e fino all’ultimo centesimo e all’ultimo giorno. Un paese solido è quello che combatte la corruzione con grande decisione e grande forza, mandando chi ruba in galera. Naturalmente nel rispetto della presunzione di innocenza”.
Intanto, a pochi passi da lui, al Nazareno, si è tenuto un vertice di due ore tra Matteo Orfini, l’uomo designato da Renzi per commissariare il Pd romano all’epoca dello scoppio dello scandalo, il sindaco Marino, il governatore Nicola Zingaretti, il capogruppo Pd in Campidoglio Fabrizio Panecaldo e la presidente dell’Assemblea capitolina, Valeria Baglio.
In conferenza stampa al termine dell’incontro Orfini ha innanzitutto preso le difese di Marino e Zingaretti:
“Marino e Zingaretti sono stati un baluardo della legalità e quello che sta emergendo è dovuto anche alle loro denunce. La Procura ha sempre avuto il Pd al suo fianco e ha trovato in noi una sponda”. E ha specificato: “Non ci sono le condizioni per sciogliere la giunta. Marino non deve dimettersi, deve andare avanti”.
Orfini ha ribadito la linea dettata dal premier:
“Qualcuno nel nostro partito ha ceduto, chi ha ceduto dovrà pagare il suo debito con la giustizia, non è degno di stare nel Pd, chi si è fatto corrompere deve sparire dalla vita politica”.
A chiedere le dimissioni del primo cittadino sono stati nell’ordine i 5 stelle, il leader della Lega Matteo Salvini e la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
Per Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera e membro del direttorio M5S in conferenza stampa a Montecitorio,
“Orfini e Marino facciano la cortesia di dimettersi. Nel Pd c’è un gruppo dirigente pericoloso per le casse dello Stato e per i cittadini. L’altro giorno in tv Orfini ha difeso Tassone, ero seduto accanto a lui. La verità è che il Pd ha smesso di mettere al centro la persona e ha messo al centro gli affari, e quando accade ciò i rom da emergenza diventano business, gli immigrati da problema da risolvere un fenomeno da tutelare. Chiediamo le dimissioni di Orfini e chiediamo alla segreteria del Pd di chiedersi chi abbia candidato in questi anni”.
Così anche Giorgia Meloni che chiede una commissione d’inchiesta:
“Il sindaco Marino abbia la decenza di evitare alla Capitale d’Italia la vergogna di essere commissariata per mafia. Si dimetta e si torni alle urne il prima possibile. Ma non solo: il Parlamento discuta e voti subito la proposta di legge di Fratelli d’Italia per istituire una commissione d’inchiesta sui rapporti tra coop e politica e fare definitivamente chiarezza”.