Mafia, Cassazione lenta: liberi i quattro favoreggiatori di Provenzano

PALERMO, 4 GIU – Uno di loro organizzo' un comitato di accoglienza per salutare il rientro di Binnu Provenzano a Villabate: il boss era reduce dall'operazione a una spalla e alla prostata, eseguita a Marsiglia nel 2003. Ma dopo essere stato arrestato e condannato poi alla fine di aprile scorso e' stato lui a festeggiare, stappando una bottiglia di spumante per brindare alla ritrovata liberta'. Gioacchino Badagliacca, accusato di essere un fiancheggiatore del capomafia di Corleone e' stato scarcerato insieme ad altri tre presunti favoreggiatori del boss per scadenza dei termini di custodia cautelare in attesa della sentenza definitiva della Cassazione. E nel pomeriggio il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha disposto ''immediati accertamenti al fine di verificare se la scarcerazione dei quattro fiancheggiatori della mafia sia conseguente a irregolarità o a indebiti ritardi nella trattazione del procedimento''. La decisione e' stata presa dalla terza sezione della Corte d'appello di Palermo. Gli indagati sono tutti tornati a casa tra il mese scorso, ma la notizia e' trapelata solo oggi. I quattro scarcerati sono accusati di essere stati vicini a Provenzano. Vincenzo Paparopoli, ad esempio, mise a disposizione, secondo i giudici, la sua carta d'identita' per procurare le schede telefoniche necessarie al ''viaggio della speranza'' per le cure del boss in Francia; un altro imputato accompagno' Provenzano a Marsiglia e durante la trasferta fece piu' di una puntata al casino'. Libero anche un presunto prestanome dei boss, Vincenzo Alfano. I quattro, arrestati cinque anni fa, erano ancora in cella dopo la condanna in appello il 2 luglio 2009. A Gioacchino Badagliacca e Giampiero Pitarresi erano stati inflitti sette anni e mezzo ciascuno, a Vincenzo Paparopoli e Vincenzo Alfano sei anni e otto mesi a testa. Quasi due anni dopo la decisione di secondo grado, pero', la sentenza definitiva della Cassazione non e' ancora arrivata (l'udienza e' prevista per la meta' del mese). Nell'attesa i presunti fiancheggiatori di Provenzano dovranno presentarsi tre volte alla settimana in un posto di polizia. La norma giuridica sulla quale hanno fatto leva i legali degli imputati ruota attorno al tetto massimo della custodia cautelare che dopo un ricorso presentato dal difensore di Badagliacca era stato fissato in quattro anni e non piu' in sei. A questo vanno aggiunti 180 giorni per la sospensione dei termini per il deposito dei motivi della sentenza e sette mesi e 22 giorni per la sospensione di quelli di durata massima nel processo di appello. Conti alla mano si sono cosi' riaperte le porte del carcere per i quattro imputati. Il provvedimento della corte di appello ha scatenato numerose reazioni. Il senatore del Pd, Giuseppe Lumia definisce ''inaccettabile'' la scarcerazione, denunciando ''una delle falle del sistema giudiziario che nel corso degli anni ha consentito ai boss di farla franca''. Lumia propone ''l'istituzione di un doppio binario per i reati di mafia, affinche' casi come questo non possano piu' accadere''. Dure critiche anche dalla maggioranza. ''Le opposizioni si rivolgano ai magistrati che non rispettano i tempi – dice il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri – La Corte di Cassazione ha avuto due anni di tempo per pronunciarsi, dopo che gia' era stata emessa la sentenza di secondo grado, e non vorremmo che per incuria si sia arrivati a questo risultato assurdo''. Ma per la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti: ''la lotta alla mafia non dovrebbe avere colore politico, per questo il tentativo di Gasparri di tirare in ballo le opposizioni su questo fatto gravissimo oltre che infondato e' ridicolo e di cattivo gusto''. E anche un gruppo di senatori della Lega ironizza osservando come gli ''infaticabili 'ermellini' tanto prodighi a emettere sentenze spesso singolari come una catena di montaggio, si sono arenati su una decisione importante quanto delicata''.

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