Malata di tubercolosi e licenziata: sarà risarcita con 12 mila euro

CREMONA, 6 SET – Sara' risarcita con 12 mila euro, la retribuzione netta globale comprensiva di dodici mensilita' piu' tredicesima e quattordicesima, una giovane di 24 anni di Cremona, ex commessa in un supermercato, due anni fa licenziata perche' secondo il datore di lavoro aveva superato di un giorno il periodo massimo di malattia, che e' di 180 giorni. Ma la sua malattia era la tubercolosi, che prevede un periodo di 18 mesi.

Si sono detti soddisfatti gli avvocati Monia Ferrari e Massimiliano Corbari, anche perche' all'udienza odierna il legale della controparte non ha fatto obiezioni. Aveva 20 anni la ragazza, quando nel 2004 fu assunta. La ragazza si e' ammalata il 3 settembre del 2008 – hanno spiegato i legali -. Inizialmente si pensava ad una patologia polmonare, poi e' arrivato il responso dell'Ufficio di igiene e dell'ospedale Maggiore di Cremona. Tubercolosi, appunto. ''La nostra assistita – hanno ricordato gli avvocati – si e' curata a casa, seguita dall'ospedale, fino all'11 marzo del 2009''.

Ma al centottantunesimo giorno di malattia e' stata licenziata per il superamento del cosiddetto comporto, cioe' il limite massimo di giorni di malattia. La commessa si e' rivolta al giudice del lavoro. I suoi legali hanno contestato il calcolo dei giorni fatto dall'azienda, perche' per arrivare a 181 giorni, erano stati compresi anche due giorni (il 9 e il 10 maggio del 2008), nei quali era rimasta a casa per una influenza. Nell'atto, gli avvocati hanno richiamato l'articolo 175 del contratto collettivo nazionale di lavoro: i lavoratori affetti da tubercolosi, che siano ricoverati o in istituti sanitari o in case di cura a carico dell'assicurazione obbligatoria Tbc o dello Stato, delle Province e dei Comuni o a proprie spese, hanno diritto alla conservazione del posto fino a 18 mesi dalla data di sospensione del lavoro a causa della malattia tubercolare.

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