Maltempo, a un mese dal disastro lo Spezzino tenta di rialzarsi

GENOVA, 23 NOV – Dalla Val di Vara alle Cinque Terre, un mese dopo l'alluvione che ha ucciso undici persone e ha soffocato nel fango la vita di quattro paesi, non si smette di lavorare e di sperare che il tempo 'tenga'. Perche' bisogna rialzare la testa, perche' bisogna combattere contro le decine di frane che incombono, contro gli argini spaccati che non sono stati ancora risanati, contro torrenti i cui alvei sono stati modificati dalle onde di piena.

Quattro paesi, quattro realta' diverse: il turismo americano e dei vip di Monterosso e Vernazza e la realta' rurale di Borghetto e Brugnato, tutti accomunati dalla speranza di farcela, e in tempi brevi. Ma la realta' e' durissima e porta a fare i conti con le decine di milioni di danni in paesi dove i bilanci comunali raramente superano il milione e mezzo di euro. ''Se lo stato di emergenza cessera' il 25 novembre – ha detto il sindaco di Monterosso Angelo Betta – non ce la faremo''.

Il sindaco di Vernazza, Vincenzo Resasco, ha appuntato sul maglione un fiocchetto tricolore, la sua medaglia. Riesce a sorridere grazie a quell'ottimismo eccezionale e incosciente che lo ha sempre contraddistinto: ''Ce la faremo: la solidarieta' Vernazza ce l'ha da tutto il mondo, i lavori stanno andando avanti grazie ai 110 volontari che sono rimasti. Stiamo eseguendo lavori in emergenza sul canale. Abbiamo restituito a una parte del paese l'acqua potabile, stiamo intervenendo sulle fognature. E' vero, non c'e' ancora gas ma ci siamo attrezzati con caldaie elettriche e bombole. Dobbiamo restituire i servizi essenziali per far tornare la popolazione, cosa questa condizionata dalla messa in sicurezza del torrente Vernazzola. Interverremo sulle frane, molte delle quali sono gia' imbracate e abbiamo attivato due siti internet per informare sullo stato dei lavori e per attivare fondi. La situazione non e' facile ma il ritrovato senso della comunita' e la solidarieta' concreta che ci arriva da tutto il mondo ci da la forza per andare avanti''.

A un mese dall'alluvione si tirano le somme: sia Monterosso che Vernazza si stanno, seppur lentamente, ripopolando. I due microscopici comuni hanno ancora, entrambi, circa un centinaio di volontari tra protezione civile, vigili del fuoco, Marina militare che continuano a toglier fango e a mettere in sicurezza il paese. I tecnici calcolano che in entrambi i paesi sono stati eliminati oltre 2 milioni di metri cubi di macerie e fango.

Altra realta' a Borghetto Vara: ''L'alluvione di Genova ci ha mediaticamente cancellato – dicono in Comune – e siamo rimasti soli con una manciata di alpini dell'Associazione nazionale. Noi abbiamo tanta fiducia nel commissario straordinario Burlando, ma intanto per cercare di ricostruire gli argini del fiume e restituire i servizi di gas e acqua stiamo chiamando ditte esterne. Ci vorranno 12 milioni di euro per i lavori in emergenza e il Comune ha un bilancio annuale di 1 milione e 200 mila euro. Nemmeno un decimo del denaro che ci occorre''.

Borghetto sembra una citta' morta: il fango per strada non c'e' piu' e anche ''i residenti se ne sono andati via, hanno paura, sono sotto choc. E le attivita' commerciali non riaprono. Il farmacista e' ancora dentro una roulotte, ma tanto non ci sono clienti. Siamo diventati la Cenerentola dei paesi alluvionati perche' questo borgo non ha il turismo delle Cinque Terre. Questo e' il paese dei nonni e i vecchi non interessano, non fanno notizia nemmeno se muoiono ammazzati dal fango. E nessuno si rende conto che andando avanti cosi' il paese dei nonni rischia davvero di scomparire''.

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