“Mamma Ebe”, la Cassazione conferma la condanna a sei anni

ROMA, 24 NOV – E’ definitiva la condanna a sei anni di carcere per ‘Mamma Ebe’, al secolo Maria Gigliola Giorgini, la ‘santona guaritrice’ accusata di truffa, esercizio abusivo della professione medica e associazione a delinquere, reati commessi nei primi anni del duemila in una villa a Carpineta (Cesena) dove riceveva le persone che si affidavano alle sue cure.

La Cassazione – con la sentenza 43328 – ha infatti confermato il verdetto della Corte d’Appello di Bologna del 22 giugno 2010 che per la prescrizione aveva ridotto alcune pene.

Secondo la difesa della Giorgini, non si potevano contestare i reati di truffa e esercizio abusivo della professione medica, perche’ i pazienti sapevano che la donna non era un medico. Ma per la Suprema Corte “il fatto che i pazienti sapessero che la Giorgini non era medico e’ ininfluente ai fini della sussistenza del reato” ed era stato dimostrato, secondo i supremi giudici, che i ‘pazienti’ “quand’anche ispirati da motivi religiosi, erogavano somme di denaro in cambio della prospettata soluzione di problemi di salute e cio’ integra il reato di truffa”. Inoltre rientra nella legislazione antidoping, secondo la Cassazione, la prescrizione di psicofarmaci con i quali sarebbero stati trattati i pazienti, sottoposti a riti con l’acqua benedetta per ‘liberarli’ dai mali fisici e psichici.

Confermate anche le condanne per Mauro Martelli (3 anni e 8 mesi di reclusione), Cecilia Bertacchi, Marzia Biancalani e Letizia Guasti (1 anno e 8 mesi, pena sospesa). Tutti dovranno pagare le spese processuali e circa 6mila euro alla Ausl di Cesena costituitasi parte civile.

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