Manerbe (Verona), il papà della bimba messa a cracker e tonno a mensa: “Ci è stata anche pignorata la casa”

Manerbe (Verona), il papà della bimba messa a cracker e tonno a scuola: “Ci è stata anche pignorata la casa” (foto Ansa di repertorio)

ROMA – Il papà della bimba che a Manerbe in provincia di Verona, a scuola è stata costretta a mangiare solo dei cracker e una scatoletta di tonno racconta: “Non ho i soldi per pagare la mensa di mia figlia. Ho seri problemi economici, la banca mi ha anche pignorato casa“.

Fa discutere la decisione di imporre a una bimba di origine straniera di consumare questo modesto pasto davanti ai suoi compagni di scuola come “punizione” per le quote della mensa non versate dai suoi genitori.

Scelta fra l’altro rivendicata dal sindaco leghista Andrea Girardi che al Corriere del Venero ha detto: “Anche a dicembre, come nel caso di pochi giorni fa, si è trattato di un provvedimento simbolico durato solo un giorno. Allora non se ne accorse nessuno e nessuno protestò”. Un paio di giorni fa, Girardi aveva avuto un battibecco anche con Tiziana Panella durante la diretta di Tagadà su La7.

Nel frattempo il padre della bambina a cui è stata imposta la punizione ha per la prima volta parlato: “Oggi ho mangiato come mia figlia quel giorno in mensa, tonno e qualche oliva”, ha detto Abdessamad di nazionalità marocchina in Italia da 22 anni. L’uomo ha una complicata situazione lavorativa e fatica a tirare avanti la sua numerosa famiglia, composta da cinque persone: “Non abbiamo i soldi per riempire il frigorifero. La punizione inflitta a mia figlia ha fatto male più a me e a mia moglie, lei è ancora troppo piccola per capire. Mi chiedo però, crescendo, cosa ricorderà di quell’episodio. E che opinione si farà del Paese in cui è nata, l’Italia”.

Abdessamad lavora come giardiniere ma solo quando ce n’è bisogno. E con lo stipendio della moglie operaia i soldi, a casa, sono davvero pochi. Malgrado tutto, l’uomo ha deciso di non attaccare il sindaco. Ecco perché: “Mi ha aiutato, quando sono rimasto senza lavoro l’amministrazione comunale si è fatta avanti offrendomi un lavoro. L’ho preso salvo poi scoprire che prendevo 400 euro al mese. Con quei soldi ci pago l’affitto. E il resto?”.

La famiglia vive in una casa che è stata anche pignorata dalla banca. Ora tutta la famiglia rischia di ritrovarsi in mezzo ad una strada dato che ha subito anche un inevitabile ordine di sfratto. 

Fonte: Fanpage

Gestione cookie