Manifesti associazioni Pro Vita contro i padri gay. Critiche dalle famiglie arcobaleno Manifesti associazioni Pro Vita contro i padri gay. Critiche dalle famiglie arcobaleno

Manifesti associazioni Pro Vita contro i padri gay. Critiche dalle famiglie arcobaleno

Manifesti associazioni Pro Vita contro i padri gay. Critiche dalle famiglie arcobaleno
Manifesti associazioni Pro Vita contro i padri gay. Critiche dalle famiglie arcobaleno

ROMA – Un bimbo disperato in un carrello e alle sue spalle due uomini indicati con i nomi di ‘Genitore 1’ e ‘Genitore 2’.  Polemiche contro i nuovi manifesti della campagna nazionale di Pro Vita e Generazione Famiglia, associazioni promotrici del Family Day, “per il diritto dei bambini a una mamma e un papà”.

La campagna, iniziata in questi giorni, sostiene, come dice lo stesso manifesto, che “due uomini non fanno una madre” e si batte per fermare la pratica dell’utero in affitto.

Il manifesto ha subito sollevato le proteste delle associazioni gay e dalle Famiglie arcobaleno, con molti post di critica su Facebook: “Il cartello di ProVita Onlus non solo offende gestanti, padri gay, i bimbi arcobaleno e chi ha subito violenza in tenera età, ma ignora la più elementare delle evidenze. Due uomini non faranno una madre ma di certo fanno una famiglia”, ha scritto GayPost.it. E sulle colonne dell’Espresso Claudio Rossi Marcelli, scrittore e giornalista tra i primi ad adottare dei bambini insieme al compagno, commenta: “Esistono delle persone integraliste e invasate che pretendono di dire agli altri cosa devono fare della loro vita, di dire alle donne cosa fare con le loro gravidanze. Sanno benissimo che sono una minoranza rumorosa, violenta e che non ci fa paura perché sono pochi. Invece la silenziosa maggioranza, quella della vita quotidiana, della scuola, del quartiere ci accetta e ci ama”.

Sulla questione è intervenuta anche il sindaco di Torino, Chiara Appendino: “Due persone che si amano fanno una famiglia”, ha scritto su Twitter. “Continuerò le trascrizioni – ha aggiunto riferendosi ai matrimoni fra persone dello stesso sesso – e non smetterò di dare la possibilità a questo amore di realizzarsi”.

E questo era proprio l’obiettivo della campagna: le trascrizioni messe in atto da quei sindaci, come Virginia Raggi a Roma, Chiara Appendino a Torino, Beppe Sala a Milano e Luigi De Magistris a Napoli che, scrivono le associazioni cosiddette Pro Vita, “violando la legge e il supremo interesse del bambino, hanno disposto la trascrizione o l’iscrizione di atti di nascita di bambini come `figli´ di due madri o di due padri”.

Di messaggio di stampo omofobo parlano esponenti del Pd, come il capogruppo in Campidoglio a Roma Giulio Pelonzi: “I provocatori e offensivi manifesti dell’associazione Pro-vita violano il codice etico di Roma capitale e lanciano un messaggio chiaramente di stampo omofobo. Ancora una volta a Roma sono stati affissi manifesti che ledono i diritti delle persone e prendono di mira le famiglie arcobaleno. La sindaca Raggi ne disponga la rimozione e prenda le distanze da chi promuove messaggi equivoci e oscurantisti”.

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