ROMA – Indagini su chi ha indagato sull’omicidio di Marco Vannini, il giovane ucciso nel 2015 a casa della fidanzata, a seguito di un colpo di pistola sparato dal padre di quest’ultima, Antonio Ciontoli. Dopo che la Cassazione ha deliberato che ci sia un processo bis per tutta la famiglia Ciontoli, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha avviato un’azione disciplinare contro Alessandra D’Amore, allora pm di Civitavecchia titolare dell’inchiesta. Per Bonafede “indagini superficiali hanno danneggiato i parenti della vittima”. A riportare la notizia è Il Messaggero.
Come riporta il quotidiano romano, Bonafede valuterebbe superficiali le indagini sulla morte di Vannini, tanto da aver arrecato “un ingiusto danno ai genitori del ragazzo”. Per esempio la villa dei Ciontoli, dove si consumò il delitto la sera del 17 maggio del 2015, non fu mai posta sotto sequestro. Non venne neppure usato il luminol per evidenziare la presenza di eventuali tracce ematiche sulla scena del crimine. Il pm, intanto, avrebbe già chiesto di essere ascoltato da chi di competenza.
Il nuovo processo di appello riguarderà anche la moglie di Ciontoli, Maria Pizzillo, il figlio Federico e la figlia Martina, che potrebbero essere ritenuti responsabili, pur non avendo sparato, perché anche loro, come il capofamiglia, hanno scelto di non chiamare subito l’ambulanza, negando al ragazzo le cure che gli avrebbero salvato la vita. (fonte IL MESSAGGERO)