Maria Grazia Cutuli, confermata in appello la condanna a 24 anni ai due imputati Maria Grazia Cutuli, confermata in appello la condanna a 24 anni ai due imputati

Maria Grazia Cutuli, confermata in appello la condanna a 24 anni ai due imputati

Maria Grazia Cutuli, confermata in appello la condanna a 24 anni ai due imputati
Maria Grazia Cutuli, confermata in appello la condanna a 24 anni ai due imputati (Foto Ansa)

ROMA – E’ stata confermata in appello la condanna a 24 anni di reclusione nei confronti dei due afgani accusati dell’omicidio dell’inviata del Corriere della Sera Maria Grazia Cutuli avvenuto in Afghanistan il 19 novembre 2001.

Ad emettere il verdetto è stata la prima Corte d’assise d’appello di Roma: 24 anni di reclusione (a conferma della decisione di primo grado del novembre 2017) sono stati inflitti a Mamur e Zan Jan, entrambi di etnia Pashtun. I due afghani, indicati con i nomi di Mamur figlio di Golfeiz e Zar Jan figlio di Habib Khan (nel loro Paese non esiste un’anagrafe ufficiale), erano collegati in videoconferenza da un carcere del loro Paese d’origine; per loro le accuse erano quelle di omicidio e rapina: quest’ultima accusa si riferiva al furto, in concorso con altre persone non identificate, di una radio, un computer e di una macchina fotografica appartenuti a Maria Grazia Cutuli. Per l’agguato in cui morì l’inviata del Corriere della Sera, i due afghani stanno scontando in patria rispettivamente 16 e 18 anni di reclusione.

Quello conclusosi giovedì 15 novembre è il secondo processo celebrato in Italia per l’agguato. In passato fu assolto per dubbi sull’identificazione Jan Mar. Precedentemente erano stati prosciolti per insufficienza di prove Fedai Mohammed Taher e Jan Miwa. Un ultimo imputato, Reaza Khan, fu arrestato e processato nel 2007 a Kabul; fu successivamente giustiziato in patria.

 

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