PAESE (TREVISO) – E’ scomparsa il 27 febbraio dell’anno scorso Marianna Cendron. Era andata a lavoro, faceva la cuoca presso un ristorante di Castelfranco Veneto, poi, dopo le 18.30, di lei non si è saputo più niente. Era vestita con un giubbotto bianco, leggings neri, un berretto di lana lilla e con sè aveva uno zaino celeste. Da allora, come scrive la Tribuna di Treviso, “un anno di silenzi e misteri”.
In 12 mesi tante le ipotesi: quella del sequestro, la fuga all’estero, numerosi gli avvistamenti: c’è chi giura di averla vista con i nomadi, sotto un cavalcavia di Marghera, chi di averla incontrata a Treviso.
Tra le tante piste seguite, anche quelle dell’anoressia:
Marianna Cendron, scriveva il Gazzettino “potrebbe trovarsi all’estero ma certamente, a causa della grave forma di anoressia da cui è affetta,sarebbe stata costretta a richiedere cure mediche in una struttura sanitaria, un ospedale o una clinica”.
Papà Pierfrancesco e mamma Emilia non si arrendono:
“La nostra convinzione è che Marianna sia viva. Dove? Non siamo in grado di dirlo. Ma certamente continuiamo a sperare, è ciò che ci permette di andare avanti”, ha spiegato ieri Pierfrancesco Cendron. Sulla stessa linea la moglie Emilia Michielin: “Sentiamo che Marianna è viva, ma sentiamo anche un pericolo. Il nostro timore è che sia in mani sbagliate, in balìa di qualcuno. Potrebbe starci, viveva in una situazione di fragilità giovanile”.
E poi c’è il mistero del profilo Facebook, come scrive la Tribuna di Treviso:
Il profilo di Marianna è sparito dal social network ai primi di luglio: chi lo ha cancellato? Il filone d’inchiesta è nelle mani della polizia postale, finora però dal quartier generale del social network negli Stati Uniti non è arrivato nulla. In Procura a Treviso è ancora aperto il fascicolo per sequestro di persona a carico di ignoti, necessario per analizzare i tabulati dei cellulari e la posta elettronica di Mary. Ma l’ipotesi di un sequestro a scopo di estorsione pare ormai tramontata, tenuto conto del molto tempo trascorso senza alcun segnale. I carabinieri di Montebelluna continuano a sostenere la pista dell’allontanamento volontario. Dalla famiglia Cendron, un unico appello: “Continuate a cercarla”.