NAPOLI – L’hanno accusata di aver cercato di avvelenare le sue figlie, mettendo la droga nel biberon. Dopo 34 mesi di carcere Marina Addati, mamma 32enne di Napoli, è stata scagionata. Dalle indagini è infatti emerso che le bimbe potrebbero soffrire di una mutazione genetica che non consente loro di espellere i farmaci.
La donna era stata arrestata nel 2017 dopo aver dato alla luce la terza figlia, che non ha mai potuto allattare. Due anni prima, era il 2015, erano nati i primi sospetti quando Marina si era recata in ospedale con la figlioletta di appena tre mesi in gravi condizioni. Era cianotica e accusava diarrea e vomito, di lì a poco entrò in coma. I medici riscontrarono alti livelli di un farmaco nel suo sangue, anche se la terapia di cui aveva parlato la mamma era finita da un mese.
Quando nel 2017 Marina tornò in ospedale con la figlia più grande, di 3 anni, che accusava gli stessi sintomi da avvelenamento, furono fatti test approfonditi e nel corpo della bimba i medici trovarono benzodiazepine. Marina fu arrestata, perse la podestà genitoriale, le sue due bimbe affidate a una comunità protetta e la terza non ha mai conosciuto la sua mamma. Ha subito anche aggressioni in carcere, da parte di altre detenute.
Tre anni dopo Marina Addati è stata assolta con formula piena sia dal Tribunale di Roma che quello di Napoli. Secondo un genetista nominato dalla difesa, le bimbe avrebbero una mutazione genetica che non consente loro di smaltire i farmaci, causando l’intossicazione. Per i giudici, inoltre, la donna non possedeva le conoscenze mediche per avvelenare in quel modo le sue figlie.
Fonte: Il Messaggero