Marina Grossi: “Il sistema Gianpi? Berlusconi poteva risparmiarcelo”

Pubblicato il 22 Settembre 2011 - 12:19 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Marina Grossi è l’amministratore delegato di Selex Sistemi integrati, società interna a Finmeccanica. Enrico Intini, amico di Gianpaolo Tarantini e che sarebbe stato sponsorizzato dal premier Silvio Berlusconi, voleva incontrarla.

Adesso parla al Fatto quotidiano del sistema Gianpi, dice che “Berlusconi se lo poteva risparmiare. Questa situazione mi fa sentire male, ma sono forte della mia trasparenza”. Degli incontri con Intini specifica le date in un’intervista al Fatto quotidiano: “L’avevo già incontrato già nel 2007. Poi nel maggio 2008. Mi chiese di partecipare come partner a un progetto voluto della Protezione civile. Fu avviato nel 2008, firmai il contratto il 4 agosto, parliamo di un progetto tecnologico per la prevenzione, la previsione e la gestione delle emergenze: è un programma secretato. Per questo progetto era prevista la formazione di una società di scopo con partner Finemccanica: Selex sistemi integrati e Seicos. Cento per cento Finmeccanica. Non ci poteva entrare nessun altro. E Intini non ha avuto alcun tipo di appalto da noi”.

Cosa voleva Intini? Secondo la ricostruzione degli investigatori il meccanismo era questo: l’intervento di Berlusconi sarebbe servito per favorire l’ingresso dell’imprenditore barese Enrico Intini e di Gianpaolo Tarantini in una società in fase di costituzione, la Sel Proc, alla quale sarebbero stati destinati “circa 280 milioni di euro” stanziati dal Governo.

Una società alla quale “sembra essere interessato – si legge negli atti dell’inchiesta di Bari citati dall’Ansa e da diversi quotidiani– anche Paolo Berlusconi”, per una quota del 10%. Secondo gli investigatori, proprio “la discesa in campo del ‘fratello’ (di Silvio Berlusconi), doveva far fugare i timori manifestati da Tarantini di una sua possibile esclusione dal progetto imprenditoriale”, dopo che non era riuscito ad entrare nella “short-list” per i grandi appalti della Protezione civile.

La versione di Marina Grossi è questa: “Qualcuno gli aveva raccontato (fa riferimento a Intini, ndr) che avrebbe potuto prendere una partecipazione in Sel Proc”.

In che modo entra l’ex capo della protezione civile Guido Bertolaso? “La Protezione civile ci ha parlato del progetto, non di Intini. Intini la contatta prima della firma del 4 agosto? Se non mi sbaglio, ricordo che fu prima. Di certo fu un’indicazione sbagliata. C’è una parte del programma alla quale avrebbe potuto partecipare, quella non secretata, come per l’acquisto di computer, ma Sel Proc organizzava dei bandi di gara e quindi Intini, come tutti, visto che la gara è aperta, avrebbe potuto farlo. Ma non l’ha fatto.

Alla domanda sulle competenze con cui Intini voleva entrare nell’affare risponde: “Non mi ha fatto proposte precise. Mi ha soltanto chiesto di entrare in Sel Proc. Mi pare avesse competenze in ingegneria, non certo nei sistemi, ma a parte le competenze… Guardi: a volte mi fanno richieste davvero assurde, alle quali devo dire di no… ”

Intini però avrebbe raccontato a Tarantini: la Grossi mi ha detto che c’è bisogno di un “intervento da sopra?”.

“Questa frase non l’ho mai detta: scusi, ma chi c’era più in alto di me, in Selex Sistemi Integrati? E poi, fosse pure venuto Berlusconi in persona, se non reputavo corretta per l’azienda questa decisione, non l’avrei mai presa. Mi disturba il modo in cui parlano. Un linguaggio da bassi fondi, un linguaggio che non è il mio, che spiega qual è il livello di questa gente”.