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Marino Andolina e gli altri arrestati per la “cura miracolosa” contro la Sla

di Emiliano Condò |26 Giugno 2015 15:36

Marino Andolina e gli altri arrestati per la “cura miracolosa” contro la Sla

MILANO – Una cura illegale spacciata come miracolosa e somministrata a pazienti di una malattia che cura non ha: la sla. Pazienti che per quelle infusioni pagavano profumatamente, fino a decine di migliaia di euro. E che sapevano, probabilmente, che quella cura era illegale. Al punto da essere convinti a dire, in un albergo di Brescia dove andavano per le terapie, di essere non pazienti ma pellegrini che facevano una tappa prima di andare a Medjugorje. 

Per tutto questo sono finiti in cella in cinque medici. Otto in tutto gli indagati. Tra loro c’è il chirurgo estetico Erri Cippini e Marino Andolina, che già ha patteggiato una condanna per la vicenda Stamina.

Scrive Mara Rodella sul Corriere della Sera

In manette per associazione a delinquere finalizzata alla truffa sono finiti in cinque (otto gli indagati), tra cui due medici: Erri Cippini, chirurgo estetico bresciano – il «direttore scientifico di Epha, che provvedeva al prelievo dei tessuti adiposi dai familiari dei malati al fine di estrarre il materiale biologico da trattare» nel laboratorio svizzero Med Cell – e il noto collega triestino Marino Andolina (ha già patteggiato una pena per la vicenda Stamina). Entrambi sottoponevano i pazienti alle iniezioni di «liquido terapeutico». Monica Salvi e Ivana Caterina Voldan (nata a Monza e di casa a Brescia). con Stefano Bianchi (di Rho), invece, avrebbero reclutato i pazienti presentandosi come membri di tale associazione Amici di Raoul, mai costituita. Tutti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al gip, Carlo Bianchetti, in sede di interrogatorio di garanzia. Tutti tranne Andolina, che ha risposto per oltre un’ora e mezza alle domande: «Speriamo in bene», l’unico stringato commento del suo legale, l’avvocato Massimo Bergamasco del foro di Gorizia. Che ha chiesto l’attenuazione della misura cautelare. Così come i colleghi Giovanni Brunelli e Alberto Scapaticci (per Monica Salvi) dopo aver depositato una memoria. Farà ricorso al riesame invece il difensore di Bianchi e Voldan, Giorgio Zanelli.

E poi c’erano i costi. Sempre Rodella:

Le tariffe erano chiare: 1.500 euro per il prelievo (per liposuzione) di un piccolo quantitativo di tessuto adiposo, 3.500 per il «bancaggio» (deposito nei freezer) nei locali svizzeri della società Med Cell, 2.500 euro per ciascuna somministrazione del preparato (ottenuto con la centrifugazione del materiale biologico prelevato). Oltre a «varie somme destinate agli Amici di Raoul».

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