MILANO – Chi ha messo in giro le voci che i due assassini del vice brigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega fossero nordafricani? Se lo sono domandati in molti dopo la bagarre politico-ideologica scatenatasi subito dopo l’omicidio a Roma Prati. Secondo quanto riferisce l’agenzia Ansa, sarebbe stato l’uomo vittima del furto dello zaino a Trastevere a segnalare che gli autori erano due nordafricani probabilmente magrebini.
Ma ad avvalorare la falsa notizia sarebbe stato anche il collega di Cerciello Rega, presente alla aggressione, che, avendo visto un ragazzo moro con una felpa scusa con il cappuccio che non lasciva vedere bene il volto, ha deciso di confermare la versione della vittima del furto.
Secondo quanto ricostruito da Simone Fontana su Wired, la falsa notizia della cattura di quattro nordafricani in relazione all’omicidio di Cerciello Rega è stata pubblicata quindi diffusa da un agente della Guardia di Finanza, che ha esposto le foto dei presunti colpevoli sulla sua pagina Facebook da oltre 6mila follower.
Alle 12:47 di venerdì 26 luglio la pagina Facebook Puntato, L’App degli Operatori di Polizia annuncia la cattura di quattro nordafricani, “tre cittadini di origini marocchine e uno di origini algerine”, pubblicando anche presunte foto segnaletiche. Una bufala, che viene però ripresa sui social, dove le presunte schede segnaletiche dei quattro presunti assassini vengono ritwittate più volte, con tanto di nome e cognome dei quattro.
Del resto Puntato è l’account ufficiale di una app privata agganciata al sito della Polizia e usata dalle forze dell’ordine ed è amministrata da due carabinieri attualmente in servizio, sottolinea Wired.
Secondo quanto avrebbe detto da uno degli utenti che ha rilanciato le immagini, quelle foto sarebbero apparse su Portale Difesa, un aggregatore di notizie sulle forze armate dotato di forum e gruppo chiuso su Facebook.
La foto viene poi ripresa dalla pagina Facebook “Soli non siamo nulla. UNITI Saremo TUTTO”, che ha accompagnato l’immagine con la didascalia: “Ora lasciateli a noi colleghi ed al popolo, faremo noi giustizia”. Prima di essere cancellato, il post è rimasto online per sei ore, ottenendo quasi 5mila condivisioni, riferisce Wired.
Unico amministratore della pagina, scrive Wired, è un uomo da 27 anni agente della Guardia di Finanza e con un breve passato nella politica locale a Monte Romano, in provincia di Viterbo. Sulla sua pagina Facebook, riporta Wired, ci sono, tra gli altri post, anche una bandiera di Casapound e diverse immagini di Benito Mussolini.
La Guardia di Finanza ha confermato a Wired di aver attivato “urgenti approfondimenti sulla vicenda” e che eventuali responsabilità saranno poi trasmesse all’autorità giudiziaria. (Fonti: Wired, Ansa)