Mario Cerciello Rega, la moglie: “Me lo hanno ammazzato”

Mario Cerciello Rega
Mario Cerciello Rega (foto Ansa)

ROMA – “Me lo hanno ammazzato”. Straziata dalle lacrime la moglie di Mario Cerciello Rega, il carabiniere ucciso nella notte tra giovedì e venerdì 26 luglio nel quartiere Prati, a Roma, sfoga la sua disperazione davanti la camera mortuaria del Santo Spirito.

Trentacinque anni, originario di Somma Vesuviana (Napoli), suo padre, morto circa 10 anni fa, era un fabbro. La madre Silvia, casalinga, il fratello di 31 anni e la sorella di 19 ora lo piangono. Mario Cerciello Rega si era sposato da poco più di un mese, il 19 giugno scorso.

Anche Mario, cugino del vicebrigadiere Mario Rega Cerciello, ha parlato all’Adnkronos: “Ci diceva di stare bene a Roma. La moglie era salita con lui, lavora in una farmacia. Stava finendo casa nel loro paese, a Somma Vesuviana, e voleva tornare per stare vicino alla madre e al fratello Paolo e alla sorella Lucia”. “Amava il suo lavoro – racconta il cugino -. Consigliava a tutti di mettere l’uniforme, non solo alla sorella. Ha avuto conferma di essere entrato effettivo nell’Arma dei Carabinieri due giorni dopo la morte del padre, avvenuta dieci anni fa per una ischemia cerebrale, e si è sposato il giorno dell’onomastico del padre Antonio”.

“Non è possibile perdere la vita per una sciocchezza, non esiste – sottolinea -. Un ragazzo di 35 anni ammazzato per un telefono. A casa tutto girava intorno a lui, era combattivo. Ci raccontava i servizi e gli arresti che faceva”. Infine Mario si sfoga anche contro le Istituzioni: “Salvini dove sta? Che dobbiamo fare con questa gente? Un delinquente italiano non lo avrebbe nemmeno toccato. Era tanto felice, ora è finito tutto”.

Fonte: Ansa, Adnkronos.

 

 

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