Mario Cerciello Rega, ragazzo d’oro e carabiniere eroe: faceva volontariato e salvò una bambina

Mario Cerciello Rega, ragazzo d'oro e carabiniere eroe: faceva volontariato e salvò una bambina
Mario Cerciello Rega, il carabiniere eroe ucciso a coltellate in una foto Facebook

ROMA – Era un eroe Mario Cerciello Rega, il carabiniere ucciso a coltellate nella notte tra giovedì e venerdì a Roma. Così lo ricordano gli amici di Somma Vesuviana, dove era nato, e i colleghi della stazione di Piazza Farnese, nel centro di Roma, dove il giovane brigadiere era di stanza. Mario era un “ragazzo d’oro”, dice di lui il comandante Sandro Ottaviani, suo diretto superiore. Una vita consacrata al prossimo, non solo quando indossava la divisa. Era un volontario per l’ordine dei Cavalieri di Malta dove faceva il barelliere e accompagnava i malati a Lourdes e a Loreto. Tutti i martedì andava alla stazione Termini per dar da mangiare ai bisognosi. Gesti silenziosi che compiva quotidianamente e che una volta, 4 anni fa, gli sono valsi un encomio, quando ha accompagnato una mamma in difficoltà e la sua bambina all’ospedale Bambino Gesù di Roma, restandole accanto per tutta la notte. 

Mario era un uomo “buono”, anzi un “grande uomo”, dice ancora di lui il comandante Ottaviani, oltre che un “carabiniere preparato”. Ed era anche un marito, da appena un mese: era tornato lunedì scorso dal viaggio di nozze in Madagascar con la sua Rosa Maria. “Me lo hanno ammazzato”, ha gridato lei straziata dal dolore fuori dalla camera mortuaria del Santo Spirito a Roma. “Lei viveva per lui, è una tragedia”, ha aggiunto un amico in lacrime. “Ancora non ci posso credere”, ripete un fratello della vittima. Con loro, radunati all’ospedale romano almeno 100 tra amici e parenti.

“Mario non si è mai risparmiato nel lavoro. Era un punto di riferimento per l’intero quartiere dove ha sempre aiutato tutti”, dicono ancora di lui. Così ha fatto anche la scorsa notte, quando lo hanno ucciso per pochi soldi: quelli che due sospetti nordafricani avevano chiesto in cambio della restituzione di un borsello rubato. In gergo si chiama “cavallo di ritorno”. Il brigadiere era in servizio insieme ad un collega nei pressi di piazza Cavour, a seguito del furto di una borsa. La vittima aveva denunciato di aver ricevuto l’offerta di riavere indietro il maltolto in cambio di denaro. Di qui il fermo dei due nordafricani che trasportavano una borsa sospetta. Uno dei due però ha reagito in modo inaspettato, con una violenza spropositata. Ha estratto un coltello e ha colpito a morte Mario Cerciello, 8 volte. Otto coltellate solo per guadagnare la fuga. Otto coltellate, delle quali una fatale al cuore. Per lui non c’è stato nulla da fare: trasportato in condizioni disperate al vicino ospedale Santo Spirito, è morto poco dopo nonostante i ripetuti tentativi di rianimarlo. (Fonte: Ansa)

 

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