La vedova di Mario Cerciello Rega ricorda il marito: “E’ nei miei pensieri sempre, di giorno e di notte, perché lui mi accompagna nella vita quotidiana e nei miei sogni”.
Un amore quello tra Rosa Maria e il carabiniere Mario Cerciello Rega, nato più di dieci anni fa, “ci siamo scelti e innamorati subito, siamo cresciuti e abbiamo costruito il nostro progetto d’amore con tanti sacrifici e passione”.
“Un amore viscerale il nostro – racconta ancora la vedova ad Assunta Cassiano dell’AdnKronos – noi un tutt’uno. Avevamo scelto Roma come nostra casa dove sognavamo di far nascere e crescere i nostri figli per dare loro tutte le possibilità di un avvenire migliore. Era un marito perfetto; eravamo complici, perfettamente in sintonia”.
“Non siamo mai stati egoisti e dopo tanti sacrifici ed attese ci siamo sposati. È stato un matrimonio bellissimo, una luna di miele da sogno, un sogno che si è interrotto solo pochi giorni dopo perché l’hanno ucciso mentre era in servizio”.
Mario “era nato Carabiniere, sapeva fare bene il suo lavoro, era preciso, acuto, attento ai dettagli e ai pericoli, responsabile per sé e per gli altri. Era orgoglioso del servizio che svolgeva con professionalità e coraggio, con grande orgoglio e passione, specialmente per i servizi di repressione della criminalità, ottenendo numerosi riconoscimenti e onorificenze. Era instancabile e sempre disponibile con tutti, era il punto di riferimento dentro e fuori la caserma, per i colleghi e per il quartiere. Aveva sposato l’Arma dei Carabinieri ancor prima di me”.
“Mario era consapevole dei rischi legati al suo servizio, conosceva bene i pericoli che ci sono in una città come Roma, li affrontava con coraggio e professionalità, ma di certo mai avrebbe potuto immaginare che un controllo a due soggetti sospetti – prosegue – potesse trasformarsi nella sua tragica fine”.
La vedova attende giustizia
“Credo nei valori della Repubblica e della Giustizia, perché – spiega Rosa Maria – a questi stessi ideali Mario ha dedicato la sua vita fino a perderla, si è immolato per assicurare i criminali alla giustizia, perché questa era la sua fede. Confido nel lavoro della Magistratura, degli inquirenti e dei nostri avvocati che con tanta professionalità curano l’andamento di questo difficile e delicato processo”.
“Mio marito Mario era un Vice Brigadiere dell’Arma dei Carabinieri ucciso mentre svolgeva il suo servizio. Tutti gli attacchi e le insinuazioni verso l’Arma dei Carabinieri sono offensivi, non rispettano lui, non rispettano la sua fede, la sua fiamma e la sua morte per mano di assassini mentre conduceva il suo difficile lavoro. Ma non c’è da meravigliarsi: la storia è ricca di biechi tentativi di stravolgere le cose tentando di screditare e infangare eroi che come il nostro Mario è caduto nell’adempimento del dovere per difendere il diritto, per tutelare tutti noi”.
Infine un ringraziamento verso l’Arma dei Carabinieri: “Gente straordinaria che rischia ogni giorno per fermare i criminali che avvelenano la società, li ringrazio ogni giorno insieme alle loro famiglie. Il Vice Brigadiere Mario Cerciello Rega è stato brutalmente assassinato mentre svolgeva il suo servizio, nel momento più felice della sua vita. Onore alla sua memoria”, conclude.