Mario Cerciello Rega, video interrogatorio dell'americano bendato. "Come ti chiami?". "Cosa cambia?" Mario Cerciello Rega, video interrogatorio dell'americano bendato. "Come ti chiami?". "Cosa cambia?"

Mario Cerciello Rega, video interrogatorio dell’americano bendato. “Come ti chiami?”. “Cosa cambia?”

Mario Cerciello Rega, video interrogatorio dell'americano bendato. "Come ti chiami?". "Cosa cambia?"
Mario Cerciello Rega, video interrogatorio dell’americano bendato. “Come ti chiami?”. “Cosa cambia?”

ROMA – Le mani dietro la schiena, il capo chino e una sciarpa a coprirgli gli occhi. Questo lo stato di Gabriel Christian Natale Hjorth, il 18enne arrestato con l’accusa di aver ucciso il brigadiere Mario Cerciello Rega, durante l’interrogatorio del 26 luglio scorso dopo essere stato fermato dai carabinieri. Il Corriere della Sera ha pubblicato il video esclusivo di quei momenti, già immortalati in una foto dell’indagato con la benda sugli occhi.

Nel video si sentono anche le voci dei carabinieri che lo stanno indagando. Hjorth risponde in un italiano stentato. “Come ti chiami?”, chiedono i militari. “Che cambia?”, risponde lui. Poi le domande vanno avanti e vertono su una “felpa rossa”. “Dov’è?”, chiedono i carabinieri. Lui stenta come se non avesse capito la domanda. Il video si chiude dopo poco più di trenta secondi.

Sulla vicenda rischiano il processo due carabinieri, quello che ha scattato la foto diffusa alcuni mesi fa e quello che, invece, ha materialmente bendato l’arrestato.

Il 18 dicembre scorso la Procura di Roma ha chiuso le indagini relative a quanto accaduto nella caserma dell’Arma. I pm di piazzale Clodio contestano al carabiniere Fabio Manganaro l’accusa “di misura di rigore non consentita dalla legge” per avere bendato il giovane californiano, mentre al collega Silvio Pellegrini il reato di abuso d’ufficio e pubblicazione di immagine di persona privata della libertà per avere scattato la foto (non si è mai parlato di video), poi diffusa.

Sempre per la vicenda della foto, scattata in un ufficio di via in Selci, gli inquirenti hanno accertato che venne diffusa “su almeno due chat Whatsapp, delle quali una dal titolo ‘Reduci ex Secondigliano’ con 18 partecipanti, dalla quale veniva poi ulteriormente diffusa da terzi ad altri soggetti e chat” arrecando al giovane statunitense “un danno ingiusto”.

Anche la Procura militare ha chiuso le sue indagini relative al vicebrigadiere indagato per il reato di “divulgazione di notizie segrete o riservate”. (Fonte Ansa).

Gestione cookie