Mario Richard, il re dei base jumper muore volando dal Pordoi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Agosto 2013 - 10:24 OLTRE 6 MESI FA
Mario Richard, il re dei base jumper muore volando dal Pordoi

La notizia su Il Trentino del 20 agosto 2013

BELLUNO – Quattro vittime in altrettanti incidenti per l’ennesima giornata “nera” in montagna. A perdere la vita sono stati un climber in Val di Mello (Sondrio), un’escursionista sulle Alpi Giulie, e due appassionati di ‘base jumping‘, sport che consiste nel lanciarsi nel vuoto con speciali tute alari, nelle Dolomiti e sulle Alpi francesi.

Il primo incidente si è verificato ieri 19 agosto in val di Mello dove un quarantaquattrenne di Sondrio, S.V., è caduto mentre arrampicava sulla via ‘Albero delle pere’, un itinerario non particolarmente difficile. E’ precipitato durante la progressione sulla roccia e l’impatto con la parete è stato fatale. A dare l’allarme è stata la sua compagna di scalata. Sul posto sono intervenuti in elicottero l’equipe medica e il tecnico del Soccorso alpino.

Risale invece a ieri sera il decesso di Federico Castellani, di 38 anni, di Gradisca d’Isonzo (Gorizia), caduto per circa 100 metri nei pressi del rifugio Mazzini, a Malborghetto-Valbruna (Udine), sulle Alpi Giulie. Stava scendendo a valle quando è scivolato sul sentiero ed è finito in mezzo alle rocce. Il corpo è stato recuperato questa mattina dal Soccorso alpino e dalla Guardia di finanza.

Erano invece amanti di ‘base jumping’ due turisti stranieri – un canadese di 47 anni e un francese di 43 anni – che hanno perso la vita in due distinti incidenti. Il primo è avvenuto sul Sass Pordoi (2.950 metri), nelle Dolomiti (gruppo del Sella), da dove la vittima si era lanciata con la tuta alare verso il fondo valle. Durante il volo, però, Mario Richard, “re” dei base jumper, è finito in un canalone e si è schiantato contro le rocce. Secondo le testimonianze si era lanciato molto vicino alla parete tra due torri e forse aveva calcolato male le distanze.

L’altro incidente risale a sabato scorso, 17 agosto, e si è verificato sulle Prealpi di Savoia, nel sud-est della Francia. Harold Perrotte si era ‘tuffato’ nel vuoto dalla vetta del Dent de l’Arclusaz, a circa 2.000 metri, ed è precipitato nel bosco sottostante, riportando un fatale trauma cervicale.

Il base jumping è ”una questione da paracadutisti esperti, con centinaia di lanci alle spalle e una rigorosa preparazione” sottolinea Remo Lang, svizzero che vanta il record per l’attraversata in caduta libera da 25 chilometri realizzata nel marzo 2012 sorvolando le Alpi da Verbier (Svizzera) ad Aosta. ”La maggior parte degli incidenti – aggiunge – si verificano nel ‘volo di prossimità’, quando si plana vicini al versante della montagna: i rischi crescono se non si conosce palmo a palmo il terreno che si sfiora durante il lancio”. Diverso il discorso per i salti verticali: ”Mai lanciarsi a distanze inferiori a 150-200 metri dal terreno. La sicurezza in ogni caso aumenta col crescere della quota”.