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Marmolada, Toni Valeruz: “Tragedia evitabile, bastava sedersi accanto alla fenditura”

di Redazione Blitz |5 Luglio 2022 18:28

Marmolada, Toni Valeruz: "Tragedia evitabile, bastava sedersi accanto alla fenditura"

Toni Valeruz ha scalato ben 900 volte la Marmolada, in qualsiasi condizione meteo, e il Gran Vernel, la vetta che lo ha reso noto in tutto il mondo per le sue quaranta discese con gli sci ai piedi su neve, ghiaccio e dribblando la roccia.

Toni, per tutti ‘Tone’, è l”uomo della Marmolada’. Ha concentrato la sua attività tra il 1978 ed il 1985. “La Marmolada mi ha fatto crescere, mi ha forgiato, ricordo ancora quella volta quando all’età di 7 anni, da solo, raggiunsi la vetta e una volta arrivato a valle, chiedermi: ma davvero sono salito fin lassù?”, dice il grande alpinista nel corso di un’intervista esclusiva con l’AGI. “Il Gran Vernel, invece, mi ha fatto capire quali erano i miei limiti percorrendo otto vie diverse”.

Toni Valeruz sulla tragedia della Marmolada

Valeruz parla di possibili responsabilità lanciando un pensiero che potrebbe far riflettere. “Questa immensa tragedia poteva essere evitata con un’azione di monitoraggio serio, con persone esperte e professionali in loco dotate di attrezzatura idonea che esiste in Italia e in Val di Fassa”, sostiene, “l’esperto deve giudicare da dentro la montagna e non da fuori. Persone competenti in loco avrebbero captato che quella fenditura piena d’acqua si spostava giorno dopo giorno. Bastava sedersi accanto alla fenditura e non si rischiava nulla”.

Poi entra sul tecnico di quello che è accaduto. “È falso parlare di crollo, quello che è accaduto è stato uno slittamento di una porzione di ghiaccio. Quella fenditura era gonfia d’acqua anche perché lo zero termico a mezzanotte da giorni era oltre i 4000 metri e l’acqua continuava a scorrere. Bisognava attivare un’azione di monitoraggio dentro la montagna con personale specializzato“.

Il pensiero sul cambiamento climatico

Poi precisa: “La Marmolada non è una montagna pericolosa, ora, però, non nascano le crociate contro la montagna. L’alpinista sa che corre dei rischi, l’alpinista sa che è responsabile delle proprie azioni e che potrebbe anche morire”. Raccontando il passato, l’alpinista fassano afferma: “Sono salito in vetta alla Marmolada con tutte le condizioni e in tutte le stagioni, nei decessi scorsi c’era tanta neve e ghiaccio anche in estate e quindi la via normale era molto meno impegnativa rispetto ad adesso”.

La Marmolada oggi è irriconoscibile rispetto a 20 anni fa, ci sono i notevoli cambiamenti climatici, questo è il gioco geologico della terra ed è inutile ad andare a cercare responsabilità anche perché il ragionamento geologico è diverso da quello umano”, sostiene Tone.

 

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