Marò, Massimiliano Latorre fa causa allo Stato e chiede un maxi-risarcimento

Il marò Massimiliano Latorre fa causa allo Stato chiedendo un maxi-risarcimento milionario per averlo fatto tornare in India dove rischiava la pena di morte. A rivelarlo è il Fatto Quotidiano, spiegando che il luogotenente – rimasto in carcere nel Kerala per 106 giorni insieme con il collega Salvatore Girone – chiede un risarcimento per non aver potuto fare carriera, mettere su famiglia e per diversi altri motivi (in India ebbe anche un ictus).

Massimiliano Latorre chiede i danni allo Stato

A difendere il militare, tuttora in Marina, sono gli avvocati Fabio Anselmo, già legale della famiglia Cucchi, e Silvia Galeone. Per il momento, rivela il Fatto Quotidiano, è in corso all’Ordine degli avvocati di Roma la mediazione che precede obbligatoriamente le cause civili. Ma presto potrebbe arrivare anche un’altra causa, da parte dell’altro marò Girone. “Abbiamo scritto una lettera alla Marina chiedendo di riparare al sacrificio patito da Girone, con toni amichevoli – spiega il suo avvocato, Enrico Loasses -, ma è arrivata una risposta negativa di una sola riga. Ora stiamo valutando”. 

Cosa è successo in India nel 2012

Secondo Il Fatto Quotidiano, l’Avvocatura dello Stato, che rappresenta il nostro Paese, non sembra essere ben disposta verso il marò. L’Italia, ricorda l’Avvocatura, ha affrontato enormi spese per far seguire il complesso caso a un team internazionali di legali, oltre ad aver dato un consistente indennizzo (40 milioni di rupie) alle famiglie delle due vittime. 

I due pescatori rimasti uccisi nella sparatoria del 2012 si chiamavano Ajeesh Pink e Valentine Jelastine. Oltre alle loro famiglie, un risarcimento (20 milioni di rupie) è stato riconosciuto anche a Freddy Bosco, proprietario del St. Antony, rimasto ferito. I due marò erano a bordo della petroliera impegnati in una missione anti-pirateria. I due spararono alcuni colpi di avvertimento in acqua ma alcuni proiettili finirono contro il peschereccio che si era avvicinato pericolosamente alla nave. Questo avvicinamento (il barchino era a 90-100 metri dalla nave) fu scambiato per un assalto vero e proprio.

Il processo in Italia 

Nel luglio del 2020, dopo anni di complicati rapporti e battaglie legali tra Italia e India, un Tribunale arbitrale internazionale ha deciso che i nostri due marò dovessero essere processati nel nostro Paese, oltre a stabilire un risarcimento, sempre da parte dell’Italia, agli altri componenti dell’equipaggio del peschereccio indiano. “L’Italia ha violato la libertà di navigazione e dovrà pertanto compensare l’India per la perdita di vite umane, i danni fisici, il danno materiale all’imbarcazione e il danno morale sofferto dal comandante e altri membri dell’equipaggio del peschereccio indiano Saint Anthony”, scrissero i giudici nella sentenza.

Forse dovresti anche sapere che…

Gestione cookie