Marocchini clandestini killer: vittime immigrato regolare (Bangladesh), studentessa inglese, operaio peruviano e homeless italiano

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 30 Aprile 2018 - 11:50 OLTRE 6 MESI FA
Marocchini clandestini killer: vittime immigrato regolare (Bangladesh), studentessa inglese, operaio peruviano e homeless italiano

Marocchini clandestini killer: vittime immigrato regolare (Bangladesh), studentessa inglese, operaio peruviano e homeless italiano

ROMA – Marocchini clandestini ladri per professione e assassini per caso, comunque killer che hanno ammazzato una sola volta perché una sola volta è capitata andasse così. Le altre volte le vittime si erano salvate non per precisa volontà degli aggressori, i due marocchini quando rapinano non vogliono né uccidere né non uccidere, rapinano e basta. E’ questo quel che fanno di mestiere in Italia.

Due marocchini clandestini in una notte a Milano. Ed ecco le loro vittime. Vittime portate loro dal caso. E anche dalla realtà di una città e di una società e di un mondo dove il “noi e loro” tanto amato e votato non passa per il confine della pigmentazione della pelle e neanche per quello della nazionalità e neanche per quello dell’immigrazione. Noi e loro? E chi sono i noi e i loro, davvero nella realtà di una notte milanese? Casa nostra, casa loro? Quale davvero è casa di chi nella realtà di una notte di sangue a Milano?

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La prima vittima dei due marocchini clandestini è un immigrato del Bangladesh. Si chiamava Samsul, si chiamava perché i due clandestini l’hanno ammazzato mentre lo rapinavano. L’hanno ferito a morte con un punteruolo o quel che era. La pelle di Samsul era più scura di quella dei suoi assassini. Samsul era in regola con la legge italiana e con le leggi della dignità degli uomini. Lavorava, regolarmente, faceva il cameriere, si era appena sposato, la moglie ancora laggiù in patria. Samsul meritava il lavoro che aveva, meritava che la legge italiana gli consentisse di far arrivare la famiglia in Italia. Samsul era brava gente, non aveva invaso nulla e nessuno. Samsul era immigrato e immigrazione.

La seconda che i due marocchini clandestini hanno aggredito è stata una studentessa inglese. Accompagnata da un’amica americana. Per le due solo rapina e spavento, i due aggressori ci sono andati leggeri o più probabilmente le due ragazze hanno ceduto subito smartphone e i pochi soldi che avevano. Un’inglese e un’americana nella notte di Milano perché il mondo vero è così e per fortuna non somiglia a quell’ognuno a casa sua ultimamente tanto amato e votato.

Un’altra vittima i due clandestini marocchini hanno pesantemente ferito nella loro notte di sangue e rapina: un operaio peruviano, immigrato regolare anche lui. E quindi hanno concluso i due marocchini clandestini aggredendo un home less italiano.

Anzi, hanno davvero concluso la loro notte di sangue e rapina al mattino dopo, andando a far serenamente colazione in posto pubblico con le poche decine di euro arraffate uccidendo, ferendo, aggredendo. Sono andati a far colazione a due passi dalla Stazione Centrale, dove era facile trovarli e catturarli. Sono andati lì come nulla fosse perché per loro nulla di eccezionale era accaduto nella notte appena passata. A chi li ha arrestati dopo neanche 12 ore hanno detto che loro ci vivono così, aggredendo e rubando. Da quando sono in Italia non fanno altro.

Da quando sono in Italia non fanno altro e devono anche essersi convinti che si può fare. Uno di loro era stato arrestato per tentato furto pochi giorni prima e, a norma di legge, rilasciato. Rilasciato in attesa di processo, quando mai sarà. Una procedura che ha dato ai due marocchini clandestini (e a quante altre migliaia come loro?) la sensazione di sostanziale impunità. Rubo, campo così, se mi arrestano poi mi mettono fuori. Fuori continuo, se mi riprendono mi rimettono fuori. Se e quando arriverà sentenza definitiva, allora la fuggirò da clandestino. Quindi ora vado a far colazione ai tavolini dopo aver stanotte rapinato e ferito (di aver ucciso non sapevano). Tanto, che mi fanno?

L’impunità di fatto del clandestino delinquente, l’utilità e la correttezza dell’immigrato regolare che dei predatori è vittima, il carattere già di fatto multi etnico e sovra nazionale di una metropoli (le altre vittime le studentesse inglese e americana e l’operaio peruviano) e l’eterno accanirsi dell sorte e di violenti sui più deboli (il senza dimora italiano aggredito). Questo si vede nella notte di sangue e rapina a Milano.

Una visione così chiara e netta che vorremmo di conseguenza vedere i due marocchini clandestini dopo aver espiato la condanna rimandati a forza in patria (non c’è guerra o persecuzione in Marocco). E vorremmo vedere indagini (ci sono) su racket e bande a base per così dire nazionale che professionalmente delinquono in Italia e stabilmente arruolano tra quelli che bivaccano intorno alle stazioni o simili. Indagini (non ci sono) che conducono a espulsioni. Non i 600 mila da espellere che neanche Attila ci riuscirebbe e comunque sarebbe indiscriminata deportazione, impossibile nella pratica. ma seimila espulsioni? E anche sedicimila, perché no? Soprattutto nei paesi internazionalmente riconosciuti come sicuri, perché no?

Una visone così chiara e netta nella notte di sangue e rapine a Milano che vorremmo di conseguenza vedere lo zittirsi almeno per un giorno del coro bugiardo contro tutti quelli che vengono da fuori, contro i neri, contro gli immigrati perché immigrati. Nella notte di sangue e rapine a Milano due predatori clandestini sul suolo d’Italia hanno rubato la vita e i soldi, hanno versato il sangue di un ragazzo lavoratore del Bangladesh, di un operaio venuto dal Perù e di due studentesse venute da Usa e Gran Bretagna. Noi e loro chi?