MILANO – Michele Savi, più di una vittima, una vita spezzata. E’ andato lui stesso a raccontarlo in una aula di tribunale ciò che in realtà gli fecero Martina Levato ed Alexander Boettcher il 2 novembre del 2014.
E’ andato a raccontare come vive dopo quell’acido scagliatogli sul volto. Inizia così, sembra con tono dimesso: “La mia vita è cambiata, non studio più…”, dice in tribunale.
Poi Savi espone la sua tortura quotidiana: “Perché non ci vedo quasi più, con un occhio non vedo e con l’altro vedo poco. E ho subìto dodici trapianti di pelle”. Una vita spezzata, piegata, che nessuna condanna detentiva o risarcitoria della cosiddetta “coppia dell’acido” potrà mai riportare ad un “come era” perduto per sempre.