MILANO – Si dice pentita Martina Levato, la ragazza di 23 anni che ha tirato dell’acido all’ex fidanzato, Pietro Barbini, sfregiandogli il volto e provocandogli danni pesantissimi, forse la perdita di un occhio. Contrita, e chissà se per autentico pentimento, appare ai medici e a chi l’ha incontrata in carcere, compresi i genitori.
Vuole finire l’università, dice dalla cella del carcere che condivide con un’altra ragazza.
Oggi Martina è silenziosa, dimessa, riservata. Gli psichiatri parlano di una “vittima colpevole“. Colpevole perchè lei stessa ha confessato il gesto con uno sgarbato “si, l’ho fatto” al giudice alla prima udienza.
Vittima, perché l’origine e la spiegazione di quel gesto sta tutta nel rapporto malato con l’amante, Alexander Boettcher, 30 anni. Lui sposato con figli, lei l’amante da qualche tempo. Pare che lui fosse violento, psicologicamente e non solo: le ha inciso la sua iniziale sulla guancia. E lei rispondeva alla sua aggressività in parte con una devota sottomissione, in parte coltivando un’aggressività che però sfociava all’esterno. Pochi mesi fa la tentata evirazione di un ex fidanzato, ora l’acido a Pietro, “colpevole” di averla messa in guardia sui rischi di una relazione del genere.
Martina oggi, dicono sempre gli psichiatri, è una ragazza «con tratti sia dipendenti, che passivo-aggressivi», con un tentativo di suicidio la scorsa estate in Calabria. Pare non sopportasse la distanza dal suo amore. Ora le mancano 4 esami alla laurea specialistica in marketing alla Bocconi, e il suo cruccio è questo: che il carcere possa ritardare la laurea.
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