Martina Levato: “Che emozione abbracciare Achille”

Martina Levato: "Che emozione abbracciare Achille"
Martina Levato: “Che emozione abbracciare Achille”

MILANO – ”Con mio figlio c’è stato un abbraccio emozionante”. Così Martina Levato, condannata a 14 anni di carcere per una aggressione con l’acido, ha raccontato al suo legale l’avvocato Stefano De Cesare, il primo incontro con il bimbo che ha partorito a ferragosto e che ha potuto vedere martedì dopo il provvedimento del tribunale per i minorenni. Martina ha già visto di nuovo mercoledì mattina suo figlio ed è rimasta con lui poco più di una mezz’ora.

Il provvedimento emesso dai giudici minorili ha stabilito che la donna può vedere il bimbo una volta al giorno alla presenza degli operatori sanitari della clinica e ha previsto la nomina di un tutore legale da parte del comune di Milano perché i genitori, dopo le condanne, non hanno la capacità genitoriale. Nulla, però allo stato, oltre all’apertura del procedimento di adottabilità, è stato previsto per la fase successiva alle dimissioni di Martina e del piccolo dalla clinica.

Per il legale Stefano De Cesare, al momento fa fede il provvedimento con cui il tribunale milanese prima del parto aveva disposto il trasferimento della ragazza e di suo figlio all’Icam, l’Istituto di Custodia Attenuata per Madri detenute con figli. Il difensore, comunque, si attende a breve una nuova decisione dei giudici minorili che faccia chiarezza. Se Martina e il suo bimbo si fossero trovati in una situazione normale, sarebbero stati dimessi mercoledì perché come chiarito da fonti ospedaliere, stanno benissimo.

Ma così non sarà, in attesa delle nuove decisioni dei giudici. Il procedimento di adottabilità potrebbe durare alcuni mesi tra fase istruttoria, depositi di memorie e perizie, e un’udienza. Martina può vedere il piccolo quando non deve mangiare, perché non può allattarlo, se non per vie indirette (tramite il biberon per capirci).

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