Martina Levato: “Mi hanno distrutto”. Dal pm regalo al bimbo

Martina Levato: "Mi hanno distrutto". Dal pm regalo al bimbo
Martina Levato: “Mi hanno distrutto”. Dal pm regalo al bimbo

MILANO – ”Sono disperata, mi hanno distrutto’‘, dice Martina Levato dalla camera della clinica nella quale ha partorito un figlio che non ha visto. Lei è la “ragazza dell’acido”, finora inflessibile e mai pentita, e una traccia di umana empatia, se non di comprensione, suscitano le parole riferite dal suo avvocato. Disperata e distrutta, dice, per quel figlio partorito e subito toltole dalle mani.

Secondo il legale, la ragazza era ”sedata” quando è stata separata dal piccolo appena partorito. Per il legale i provvedimenti di allontanamento dei minori dalle madri che hanno appena partorito ”di solito vengono presi soltanto se ci sono stati conclamati di tossicodipendenza o alcoolismo”.

Qualcosa di simile a umana empatia c’è anche nel gesto del pubblico ministero che nel processo a Martina e al fidanzato Alexander rappresenta l’accusa. Lunedì mattina il magistrato Marcello Musso è andato alla clinica Mangiagalli di Milano per andare a trovare quel neonato. Con sé ha portato un pacchetto: un paio di babbucce bianche per il piccolo.

E’ stato un altro pm, quello per i minori Annamaria Fiorillo (lo stesso che seguì il caso di Ruby minorenne affidata a Minetti), a decidere l’allontanamento madre-figlio. Per non pregiudicare la decisione dei giudici che ora, davanti, hanno tre opzioni: far crescere il piccolo con la mamma in una struttura per madri detenute, affidarlo ai nonni, darlo in adozione a degli sconosciuti.

 

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