Martina Levato, tra 7 giorni il bambino nasce. Con la mamma, i nonni o adottato?

Martina Levato, tra 7 giorni il bambino nasce. Con la mamma, i nonni o adottato?
Martina Levato, tra 7 giorni il bambino nasce. Con la mamma, i nonni o adottato?

MILANO – Tra sette giorni scade il termine della gravidanza di Martina Levato, la ragazza di 24 anni in carcere per le aggressioni con l’acido in coppia con il suo amante Alexander Boettcher. Un bambino il cui destino è ancora tutto da scrivere, e sono tre le ipotesi: potrebbe restare con la mamma, in cella, ma in una struttura adeguata per mamme detenute. Oppure potrebbe essere affidato ai nonni. O, ancora, potrebbe venire adottato da una famiglia che non ha niente a che fare con i Levato/Boettcher.

“L’interesse del bambino viene prima di tutto”, spiega Simonetta Bonfiglio, psicoanalista, al Corriere della Sera. “La profonda dissociazione, con i crudeli comportamenti dei genitori dettati da disprezzo e violenza verso le loro vittime, e la lunga condanna, non lasciano alcuno spazio perché si sviluppino forme di vicinanza del bambino ai genitori naturali”.

Pesa, non poco, sulla decisione del giudice il fatto che Martina fosse consapevole di essere incinta quando ha gettato l’acido sulla faccia dell’ex fidanzato Pietro Barbini. E ha anche cercato di dare una spiegazione al giudice: “Quando ho pensato di essere madre, dovevo liberarmi da esperienze corporee negative, che non avevo condiviso, ero contaminata, adesso il mio corpo si è liberato”.

Secondo lo psicoterapeuta Fulvio Scaparro, “il bambino ha il bisogno immediato di un ambiente che lo accudisca. Se i nonni dessero garanzie, fossero solidali tra loro, sarebbe una possibilità. Ma sembrano separati e divisi, e allora l’unica strada pare essere l’affido a estranei, primo passo per la futura adottabilità”.

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