Marzotto, 56 milioni al Fisco per evitare il rinvio a giudizio

Pubblicato il 16 Maggio 2013 - 11:15 OLTRE 6 MESI FA

Matteo Marzotto (Foto Lapresse)

ROMA – Il gruppo Marzotto ha pagato cinquantasei milioni al Fisco italiano per risolvere un contenzioso e, forse, evitare un rinvio a giudizio. Tutto è iniziato con la vendita, nel 2007, del marchio Valentino Fashion Group. Ecco come ricostruisce la vicenda Emilio Randacio su Repubblica:

Secondo un’indagine dei pubblici ministeri milanesi, Laura Pedio e Gaetano Ruta, attraverso questa operazione il management Marzotto avrebbe eluso il fisco per una somma di poco superiore ai 65 milioni di euro più gli interessi maturati, facendo risultare fittiziamente la sede della società in Lussemburgo, e trasferendo attraversoprestanome, il cash su un conto di una società delle Cayman. L’operazione di cessione del pacchetto azionario ha garantito ai soci Marzotto introiti per 199 milioni di euro. Il 33% di questa somma, secondo l’accusa, doveva però essere versato al Fisco italiano. A novembre, il Nucleo di polizia tributaria di Milano aveva sequestrato beni immobili per una cinquantina di milioni — comprese ville prestigiose a Cortina, un castello con 50 stanze nel vicentino e un prestigioso appartamento a Venezia —, e consegnato 13 avvisi di garanzia in cui veniva ipotizzato il reato di frode fiscale. Tra i coinvolti anche Vittorio Marzotto, i figli Matteo e Diamante, Rosanna e Andrea Donà Dealle Rose e il finanziere Massimo Caputi. Grazie alla transazione avvenuta una ventina di giorni fa, anche l’indagine della procura potrebbe avere un esito differente rispetto a quello che sembrava una scontata richiesta di rinvio a giudizio per tutti e tredici gli indagati. Con il versamento, effettuato dalla società lussemburghese International Capital Growth, gli immobili sequestrati agli indagati sette mesi fa, verranno adesso restituiti.