Mascherine all’aperto, l’11 cade un obbligo parecchio disatteso. Ma una in tasca per il chiuso servirà sempre

Mascherine all’aperto, l’11 cade un obbligo parecchio disatteso. Via le mascherine all’aperto dall’11 febbraio indipendentemente dal colore delle regioni. E in arrivo c’è un provvedimento del ministero della Salute, ha annunciato il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa.

Mascherine all’aperto, l’11 cade un obbligo parecchio disatteso

Si intravede anche la riapertura delle discoteche così come un cambio anche nella capienza degli stadi. Un annuncio che procede con l’andamento dell’epidemia. Il Covid sembra infatti allentare la sua morsa.

E, come si dice, la gente sembra aver colto da sola la tendenza. L’obbligo di mascherina all’aperto è tutt’altro che universalmente rispettato. Per stanchezza, perché “è una follia cambiare una mascherina al giorno”, perché all’aria aperta non c’è pericolo. Basta guardare ai mezzi pubblici, dove quando è indossata è in prevalenza una mascherina chirurgica e non la FfPp2 da protocollo. 

Ci si augura che il sospirato addio alla mascherina dell’11 febbraio non venga interpretato come un tana liberi tutti indiscriminato. Sarebbe preferibile (al netto dell’obbligo) avere sempre una mascherina in tasca perché nei luoghi chiusi resta ancora il presidio sanitario più efficace contro il rischio d infezione. 

Vaccinazioni, la campagna procede

Per fortuna, la campagna vaccinale non si è arrestata, viene da qui l’ulteriore iniezione di fiducia a sostegno dell’allentamento delle norme sanitarie.

Per fine marzo, con il completamento delle terze dosi, circa 12-13 milioni che ancora mancano, ci saranno anche le condizioni per non prorogare lo stato di emergenza. Intanto tornano sotto i due milioni gli italiani attualmente positivi al Covid.

 

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