Massa Carrara, carabinieri arrestati: “Da questa caserma non esce niente, siamo come la mafia”

Massa Carrara, carabinieri arrestati: "Da questa caserma non esce niente, siamo come la mafia"
Massa Carrara, carabinieri arrestati: “Da questa caserma non esce niente, siamo come la mafia” (Foto Google Earth)

MASSA CARRARA – “Da questa caserma non deve uscire niente, dobbiamo essere come la mafia”: parlavano così tra loro i carabinieri della caserma di Aulla, in provincia di Massa Carrara, coinvolti nell’inchiesta che ha portato a otto arresti, 27 indagati, 136 capi di imputazione e 109 episodi di “irregolarità” ben documentati, tra uso di mazze di acciaio e manici di scopa, verbali falsificati, droga sequestrata che spariva, stranieri picchiati.

 

Il racconto di quanto avveniva nella caserma della Lunigiana, ma anche nelle stazioni di Albiano Magra e Licciana Nardi e al Nucleo radiomobile di Pontremoli, arriva da Repubblica, che ricorda come gli abusi dei militari siano stati documentati da intercettazioni ambientali e telefoniche:

Violenze “sistematiche e metodiche”, talvolta con l’ uso di una mazza telescopica di acciaio, uno strumento che può anche uccidere. Verbali falsificati. Droga sequestrata che scompare. Stranieri che si presentavano alla stazione anche solo per fare un documento e venivano malmenati. Umiliazioni. In caserma sono stati sequestrati anche dei manici di scopa. Un giovane cittadino marocchino, fermato per spaccio, non sarebbe stato soltanto malmenato, tanto da finire poi in ospedale, ma anche umiliato con una ispezione corporale per la quale è stata contestata agli indagati una violenza sessuale.

“Quel che colpisce in questa storia non è solo la gravità dei fatti ma anche e soprattutto la loro quasi normalità”, ha sintetizzato il procuratore di Massa, Aldo Giubilaro. “Era un mondo a parte”, commenta uno dei colleghi degli arrestati.

Tra gli arrestati in questa inchiesta partita un anno fa, dopo la denuncia di un cittadino italiano, ci sono un brigadiere della stazione di Aulla e tre sottufficiali ai domiciliari, mentre altri quattro sottufficiali sono stati colpiti dal divieto di dimora in provincia di Massa. Fra questi anche il maresciallo comandante della stazione di Aulla, che è stato anche sospeso dai pubblici uffici.

I reati contestati a loro e ai colleghi delle stazioni di Albiano Magra e Licciana Nardi e del Nucleo radiomobile di Pontremoli sono lesioni, falso in atti pubblici (i verbali), abuso d’ufficio, rifiuto di denuncia, sequestro di persona (per il caso di una persona trattenuta in camera di sicurezza), violenza sessuale, possesso ingiustificato di armi (in casa degli indagati sono stati trovati dei coltelli).

 

 

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