Massimiliano Mecozzi omeopata, nella sua vita l’incontro con Roveto Ardente onlus mistica

Massimiliano Mecozzi omeopata, nella sua vita l'incontro con Roveto Ardente onlus mistica
Massimiliano Mecozzi omeopata, nella sua vita l’incontro con Roveto Ardente onlus mistica (foto d’archivio Ansa)

ROMA _ Massimiliano Mecozzi è l’omeopata che aveva in cura, secondo la ricostruzione dei genitori e dei nonni, il bimbo di sette anni morto per un’otite. Banale otite curabile, guaribile con la somministrazione di antibiotici e invece lasciata degenerare fino a diventare letale ascesso al cervello del bambino. Sui giornali si è letto di una intenzione del nonno di denunciare l’omeopata, di certo si sa che sia lui che i genitori del bambino sono ora indagati. Indagati come è ovvio e doveroso in questi casi ma senza che al momento vi siano responsabilità penali da attribuire all’uno o agli altri. Responsabilità poi, qualora ci fossero, difficili da dividere, spartire e assegnare con nettezza all’omeopata che non prescriveva antibiotici e/o ai genitori che mettevano in atto questa non prescrizione.

In altri termini è da accertare se Mecozzi oltre a prescrivere trattamento omeopatico (cioè non farmacologico e non medico) abbia sconsigliato o vietato il trattamento con antibiotici. E se i genitori, coscienti o meno della loro scelta, abbiano o no avuto le informazioni medico-scientifiche minime sul trattamento delle infezioni e, qualora ne disponessero, le abbiano volutamente ignorate in nome di una deliberata scelta anti medicine e farmaci.

Accerteranno i giudici. Nel frattempo si apprendono (li riportano il Corriere della Sera, il Corriere Adriatico e il Resto del Carlino) elementi della biografia di Massimiliano Mecozzi che non hanno alcun rilievo di natura penale e però configurano nettamente un’atmosfera culturale. In particolare il contatto che l’omeopata ha avuto con Roveto Ardente.

Roveto Ardente, una onlus mistica. Dentro la quale la diffidenza e l’ostilità per la scienza appaiono come la missione e il collante. Da ingenue e pur osservate “sedute” durante le quali l’imposizione delle mani portava alla scomparsa del mal di testa, alla teorizzazione della presenza di Satana nella musica contemporanea, fino alla celebrazione di cerimonie e matrimoni nel segno di Camelot, Re Artù, Merlino e druidi annessi. Insomma pensiero magico e magia si respiravano a Roveto Ardente, con tanto di annesso sacerdote cattolico.

E questa è stata un’esperienza di vita dell’omeopata Mecozzi. Troppo poco per dedurne una sua volontà di non curare, una sua responsabilità netta e diretta nella tragedia. Però un indizio di una possibile rigidità ideologica. Di certo una militanza in una formazione d’avanguardia del vasto esercito dell’anti scienza. Cosa che, sia chiaro, è nella biografia di Mecozzi omeopata ma che non è per nulla congenita nell’omeopatia e non necessariamente fa parte del bagaglio e formazione culturale di tutti coloro che si dicono omeopati.

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