ROMA – Massimo Bossetti ha condiviso la cella con Vincenzo Mastrobernardino per circa dieci mesi. Mastrobernardino, meccanico di Pavia, intervistato dal settimanale Oggi, ha ammesso i suoi sospetti più angoscianti sul futuro del suo compagno in carcere.
“Tre anni di carcere con quasi 5 mesi di isolamento lo hanno distrutto. Arriva al processo stremato. Ho paura per lui. Vuole la superperizia sul Dna. È sicuro che quel profilo genetico non sia il suo. “Altrimenti”, me l’ha ripetuto mille volte, ‘sarei un pazzo a chiederla’. Se non la concedono, potrebbe fare una follia. Ci ha già provato e l’abbiamo salvato per miracolo”.
L’ex compagno di detenzione poi racconta cosa fa Bossetti: “Legge, scrive molto e riceve tanta corrispondenza… Poi guarda la tv, non perde una trasmissione di cronaca e siccome in cella si ricevono solo quattro canali ci siamo fatti un’antenna artigianale che abbiamo infilato fra le sbarre della finestra. Aspetta le visite di Marita e cucina, con due piccoli fornellini: fa anche la polenta e soprattutto è molto bravo con i dolci. Ne prepara di squisiti. Ma la cosa migliore che mangiavamo era il salame bergamasco che gli fa avere Pietro, il suo grande amico”.