Massimo Bossetti, il collega: “Con il papà di Yara era impassibile”

Massimo Bossetti, il collega: "Con il papà di Yara era impassibile"
Massimo Bossetti, il collega: “Con il papà di Yara era impassibile”

BERGAMO – Massimo Bossetti tirava su i muri nei cantieri in cui lavorava. Uno sgobbone, uno che lavorava sodo: così viene descritto dai colleghi. Fulvio Gambirasio, invece, è un geometra, uno che va nei cantieri per fare le misurazioni per le guaine di isolamento per la ditta per la quale lavora. Per un certo periodo Bossetti e Gambirasio lavorano allo stesso cantiere, quello di Palazzago: abitazione in costruzione nel periodo che va dall’estate 2009 all’estate 2011.

Ora un collega, al Corriere della Sera, racconta gli incontri al cantiere tra il presunto killer e il papà di Yara: “Ci sono stati, da quel che ricordo, sia prima che dopo la scomparsa della ragazza. Anzi, sicuramente”.

“Gambirasio era passato a fare le sue misurazioni anche da noi. Credo prima che gli capitasse quella tragedia — prosegue Maggioni —. Poi era ritornato altre volte, più avanti: a volte c’è da lavorare sulle finiture. E Massimo Bossetti era sempre lì. Mi ricordo che quando Gambirasio arrivava io ero a disagio, cioè mi piangeva il cuore per lui, ero un po’ scosso. Ma mi viene anche in mente che Bossetti non batteva ciglio. Non una parola, mai un segnale: era davvero impassibile. Io l’ho conosciuto: quando l’ho visto in manette non ci credevo”.

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