BERGAMO – Un aspirapolvere, un paio di scarponi da lavoro, un giubbotto nero, una lettera scritta da sua moglie Marita in occasione di un San Valentino, una foto di famiglia e soprattutto svariati documenti contabili e fatture relativi alla sua attività lavorativa.
E’ quanto gli inquirenti hanno sequestrato a Mapello, nel corso dell’ultima perquisizione nella casa di Massimo Bossetti, il muratore in carcere a Bergamo da oltre 40 giorni con l’accusa di aver ucciso Yara Gambirasio. La procura nei giorni scorsi ha disposto il dissequestro dell’immobile, che a breve dovrebbe tornare nella disponibilità della famiglia di Bossetti, 44 anni, come chiesto dagli avvocati dell’artigiano.
Dal canto loro, i legali del muratore stanno intanto decidendo se impugnare o meno il verbale dell’ultima perquisizione (la terza dopo l’arresto), non essendo stati avvertiti dalla procura.