BERGAMO – Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore di Mapello condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, “è disperato”. A parlare è il suo avvocato Claudio Salvagni, intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus, emittente dell’omonima università. Nel corso della trasmissione Legge o giustizia, condotta da Matteo Torrioli, Salvagni ha inoltre rivelato che la difesa starebbe seguendo alcune “piste alternative per trovare il vero colpevole”.
In merito alla condanna all’ergastolo del suo assistito, il legale spiega: “L’ergastolo è una pena fondamentalmente incostituzionale. Non prevede alcuna possibilità di recupero per il condannato, è una pena di morte mascherata. Soprattutto in processo indiziario come questo, dove l’errore è dietro l’angolo, togliere la vita ad una persona è una cosa inconcepibile dal mio punto di vista. Quella di Bossetti era una condanna annunciata, giunta al termine di un processo di primo grado dove è stato smontato tutto l’impianto accusatorio. Sono curioso di leggere le motivazioni di questa sentenza. Lo stesso pm ha alzato le mani dicendo che la scienza deve fare un passo indietro perché non si è in grado di dare tutte le risposte”.
Bossetti è disperato. “L’ho trovato veramente disperato, annichilito – ha affermato Salvagni – Lui dice: ma se io sono innocente come hanno potuto condannarmi? Questa la visione romantica di un uomo semplice come lui che confidava nella giustizia. E’ comunque determinato ad andare avanti per combattere la sua battaglia fino alla fine”.
Piste alternative. “Il consulente della difesa Ezio Denti, che è un uomo di grande intuito, sta cercando piste alternative –ha spiegato Salvagni- Stiamo lavorando tutti come prima e più di prima. Vogliamo arrivare a chiudere il cerchio. Alcune piste, che erano scritte negli atti dell’accusa, non sono state a nostro parere sufficientemente valorizzate. Vanno completate le indagini e verificate tante altre cose”.