Massimo Bossetti, la sorella vuole cambiare cognome. Lui: "Diceva di volermi bene..." Massimo Bossetti, la sorella vuole cambiare cognome. Lui: "Diceva di volermi bene..."

Massimo Bossetti, la sorella vuole cambiare cognome. Lui: “Diceva di volermi bene…”

La sorella di Massimo Bossetti, il muratore in carcere per la morte di Yara Gambirasio, ha deciso di voler cambiare cognome perché questo “pesa come un macigno”.

Massimo Bossetti contro la sorella che ha deciso di cambiare il cognome. Lo fa scrivendo una lettera a Marco Oliva, conduttore della trasmissione Iceberg di Telelombardia, che il settimanale Oggi rende nota.

La sorella dice di voler cambiare cognome perché questo che porta le “pesa come un macigno”. Bossetti infatti si trova in carcere per aver ucciso Yara Gambirasio, la giovane trovata morta anni fa a Brembate Sopra (Bergamo). Delitto del quale Bossetti si è sempre proclamato innocente.

È stato “un gesto pianificato e violento che merita indifferenza, in questo modo si è esclusa dalla famiglia Bossetti”, scrive il muratore di Mapello condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio.

“Diceva di volermi bene…”

“Non credo”, prosegue Bossetti, “di dover sperperare ai quattro venti come quella persona è abituata (a diffondere, ndr) le cose private e familiari solo per mettere in risalto la propria visibilità e notorietà. Quella persona ha preferito voler soffocare l’affetto, sostituendo il proprio cognome, cosa che non condivido affatto, per niente… Avendo lei stessa affermato più volte di volermi bene e di credere nell’assoluta mia innocenza, a maggior ragione, avrebbe dovuto ancor più lottare con le unghie a denti stretti e a spada tratta, con tutta la forza necessaria, tenendo ancor più alto e vivo il proprio cognome che tanto ci accomuna”.

Quindi Massimo Bossetti conclude con un appello: “Aiutatemi aiutatemi aiutatemi, sono disperato. Toglietemi di dosso sta ca**o di devastante etichetta o dentro di me non troverò la pace. Per favore statemi tutti vicini e aiutatemi seriamente a far sì che la disperazione non prenda il sopravvento”. (Fonte Oggi).

 

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