Massimo Bossetti, Vincenzo Mastroberardino: “Prega e piange, non è il mostro”

Massimo Bossetti, Vincenzo Mastroberardino: "Prega e piange, non è il mostro"
Massimo Bossetti, Vincenzo Mastroberardino: “Prega e piange, non è il mostro”

ROMA – “Una persona buona, senza ombre, un libro aperto. Massimo Bossetti è stato dipinto come un mostro ma non lo è affatto. In cella piange giorno e notte, vive con i fascicoli del suo processo aperti sul tavolino, le foto dei figli attaccate alle pareti. E prega”. Vincenzo Mastroberardino, meccanico 33enne di Pavia, ritiene di poterlo dire perché insieme al presunto assassino di Yara Gambirasio ha trascorso dieci mesi di cella.

“Da ottobre al 5 giugno sono stato nel carcere di Bergamo per una condanna definitiva a un anno e 4 mesi per calunnia – spiega l’ex detenuto a La Provincia Pavese -. Lì ho avuto modo di conoscere Bossetti. Abbiamo stretto un’amicizia fraterna, ho imparato a conoscerlo bene e sono assolutamente convinto della sua innocenza”.

Mastroberardino mostra la lettera che Bossetti, condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, gli ha consegnato quando è uscito dal carcere: “Vincenzo, mi mancherai tantissimo. Abbi cura di te stesso e dei tuoi amati familiari. Non dimenticarti di un caro amico, un fratello che sempre sapevi di tenere e mai riuscivi a trovare”.

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