BRESCIA – Massimo Bossetti, all’inizio delle sue dichiarazioni spontanee nel processo d’Appello a Brescia, ha voluto rivolgere un “sincero pensiero” a Yara Gambirasio per il cui omicidio è stato condannato all’ergastolo. “Poteva essere mia figlia, la figlia di tutti noi – ha detto Bossetti -, neanche un animale avrebbe usato tanta crudeltà”.
Massimo Bossetti ha poi chiesto scusa per “il comportamento scorretto” tenuto nella prima udienza quando era sbottato alle affermazioni del sostituto pg. “Pensate però come può sentirsi una persona attaccata con ipotesi fantasiose e irreali”, ha detto, leggendo dei fogli estratti da una cartella rossa. Dopo le dichiarazioni del muratore, che si è sempre proclamato innocente, i giudici si riuniranno in camera di consiglio per la decisione.
Oggi è il giorno della sentenza. “Se non sarò stato capace di insinuarvi il dubbio, la mia coscienza di avvocato piangerà per sempre. Se non avrete dato a quest’uomo la possibilità di difendersi, la vostra coscienza sarà attanagliata per sempre dal rimorso”. Una conclusione che, nell’aula della Corte d’Assise d’appello di Brescia, suona come un appello. L’ultimo. Il difensore Salvagni così ha terminato la sua controreplica per poi consegnare una nuova memoria con l’invito, rivolto soprattutto ai giudici popolari, a leggerla, e a tenerla sul comodino.