ROMA – Massimo Carminati a Buzzi: “Se m’arrestano niente, nun te inc… nessuno”. Dalle intercettazioni telefoniche su Mafia Capitale emerge la consapevolezza “politica” di Massimo Carminati, sull’avviso quando il procuratore capo Giuseppe Pignatone arriva a Roma, attento ai rapporti di potere con l’ascesa di Matteo Renzi al Governo, preoccupato di poter finire in galera da un momento all’altro. Sul Messaggero Valentina Errante e Sara Menafra hanno estrapolato le intercettazioni che meglio descrivono questa consapevolezza.
“Carminati non parlerà”. Già dalla primavera scorsa Carminati sente il fiato sul collo della Procura. Il braccio destro Salvatore Buzzi però si mostra tranquillo.
Lui non mi ha detto niente io l’ho visto oggi e non mi ha detto niente, come al solito sobrio. Sono andati in Inghilterra ma Massimo è dovuto rientra’ subito perché pensavano che ce fosse un mandato di cattura. Non mi ha detto nulla, mi ha detto solo “Se mi arrestano… niente, non te incula’ nessuno”. (Valentina Errante e Sara Menafra, Il Messaggero)
“Pignatone butterà all’aria Roma”. Il sacco di Roma vale 1 miliardo e 300 mln. Che il nuovo procuratore rivolterà la città senza guardare in faccia nessuno è convincimento di Massimo Carminati. Impressione personale che sembra confermata dalle cifre sul recupero del patrimonio illecitamente accumulato dai vari sodalizi criminali che si contendono la città. Un pezzo enorme di economia illegale di cui Il Sole 24 Ore fornisce i dati sulla sua consistenza.
Il sacco di Roma vale un miliardo e 300 milioni. Come minimo e solo quest’anno: ma dura da un pezzo. La cifra equivale al valore dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità dal comando provinciale della Gdf nel 2014. Somma che potrà crescere ancora fino alla fine di dicembre. È oltre il doppio del 2013, cinque volte di più del 2012: un crescendo impressionante. Con un’impennata dovuta proprio all’operazione «Mafia Capitale» della procura di Roma. (Ivan Cimmarusti, Marco Lodovico, Il Sole 24 Ore)
Il Pd, Renzi, Berlusconi e 5 Stelle secondo Carminati. La necessità di continuare a mantenere rapporti di amicizia con l’amministrazione costringe i presunti affiliati alla cupola romana a valutazioni politiche sul nuovo corso incarnato da Matteo Renzi.
«Certo il governo è fatto bisogna vedere quanto dura – dice Carminati il 27 aprile 2013 a Giuseppe Ietto, ”l’ingegnere”, che fa affari con la cupola di mafia capitale – i magistrati cominciano a non avere più una sponda forte, non è che loro possono pensare di avere come sponda i grillini». E Ietto replica: «Perché quelli si cagano sotto pure loro». Carminati continua: «A parte che si cagano sotto pure loro, sai prima c’avevano il Pd dietro, che gli copriva le spalle… contro Berlusconi a loro per dire..esplodono quindi adesso esplodono…esplodono ne dubito».
E quando Ietto chiede: «Che farà il Pd. Il Pd esplode non può più pensare di continuare così». Il boss conclude: «Ci sono correnti del Pd che sicuramente in questo momento dipendono..il fatto di essersi appiattiti sulla magistratura..abbia creato..sia stato incongruente nel creare questa situazione, cioè vedi uno come Renzi… gliene frega cazzi della magistratura ..hai capito come? siccome il partito non è in mano a Renzi, tante cose stanno cambiando». (Valentina Errante e Sara Menafra, Il Messaggero)