BERGAMO – Omicidio volontario aggravato e calunnia. Questi i reati contestati a Massimo Giuseppe Bossetti, in carcere perché accusato di aver ucciso Yara Gambirasio. Ora viene accusato anche per aver tentato di scaricare la colpa su un suo collega, Massimo Maggioni. Inoltre al carpentiere di Mapello sono contestate due aggravanti. La prima: l’aver “adoperato sevizie e aver agito con crudeltà”. È un’aggravante che prevede l’ergastolo. La seconda: Bossetti avrebbe “approfittato di circostanze di tempo (in ore serali/notturne), di luogo (in un campo isolato) e di persona (un uomo adulto contro un’adolescente di 13 anni) tali da ostacolare la pubblica e privata difesa”.
Il pubblico ministero Letizia Ruggeri ha chiuso l’inchiesta sull’omicidio di Yara Gambirasio. A quattro anni dal giorno dell’omicidio della tredicenne di Brembate Sopra, come scrivono i quotidiani (ad esempio Eco di Bergamo e Corriere della Sera), l’avviso di conclusione delle indagini preliminari è stato notificato nel pomeriggio di giovedì 26 febbraio a Claudio Salvagni, in qualità di avvocato difensore dell’unico indagato per il delitto, in cella da oltre otto mesi, incastrato dall’indizio del Dna.
Per quanto riguarda la calunnia, Bossetti secondo l’accusa l’avrebbe operata nei confronti di Massimo Maggioni, uno dei suoi colleghi del cantiere di Palazzago, quello in cui lavorava all’epoca del delitto. In uno degli interrogatori il muratore di Mapello, nel tentativo di allontanare da sé i sospetti, sarebbe arrivato ad accusare il collega dell’omicidio, dicendo agli inquirenti di indagare sul suo conto.