BERGAMO – “Massimo Giuseppe Bossetti mi disse che era passato dove era scomparsa Yara Gambirasio la sera in cui è scomparsa”. Questa la testimonianza di Angelo Comi, il cognato di Bossetti, che contraddice così la versione del muratore di Mapello, che ha sempre dichiarato di essere rientrato a casa subito dopo il lavoro la sera della scomparsa di Yara.
Una testimonianza, quella di Comi, che mette nei guai Bossetti e su cui si baserebbe in parte la decisione del gip Ezia Maccora di negare la scarcerazione, scrive l’Eco di Bergamo:
“E tra le righe del provvedimento spunta un particolare delle indagini finora non emerso: «Ad esempio – osserva il gip – è significativa anche la circostanza che l’indagato non è riuscito a chiarire agli inquirenti le affermazioni del cognato Agostino Comi (fratello di sua moglie, ndr)». Il quale, sentito come testimone la sera stessa del fermo, «ha dichiarato di aver appreso direttamente dall’indagato, in un’occasione in cui avevano commentato insieme la scomparsa di Yara, che la sera del 26 novembre 2010 Bossetti “era transitato nella zona interessata e aveva notato la presenza delle forze dell’ordine”».
Per il giudice la circostanza «non è compatibile con la ricostruzione dell’indagato, che ha affermato di essere rientrato nella sua abitazione subito dopo il lavoro»”.