Massimo Giuseppe Bossetti, difesa: “Crimine sadico, non può essere stato lui”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Giugno 2016 - 12:12 OLTRE 6 MESI FA
Massimo Giuseppe Bossetti, difesa: "Nessuno lo vide. E il dna..."

Massimo Giuseppe Bossetti, difesa: “Nessuno lo vide. E il dna…”

ROMA – L’avvocato Paolo Camporini, uno dei difensori di Massimo Bossetti, ha citato dei testi dell’Fbi recepiti dalla Unità Anti Crimini violenti della polizia, per sostenere che, poiché quello di Yara è stato un omicidio “commesso da un sadico” l’autore non può essere Massimo Bossetti. Camporini ha spiegato come in base a quei testi, chi commette delitti di questo genere abbia un “quoziente intellettivo basso” mentre Bossetti è definito come furbo e scaltro. Chi commetter reati di questo genere è “lontano dalla vita reale, è un tipo strano, con abitudini notturne”. “Bossetti non usciva praticamente di casa – ha argomentato Camporini – e forse ha bevuto una birra in un supermercato: era solo casa e lavoro; quasi fosse ai domiciliari”.

“Nessuno ha visto la minore fuori dal centro sportivo; nessuno ha visto l’imputato e nessuno ha visto il mezzo dell’imputato”. Parte poi anche da questa considerazione la difesa di Massimo Bossetti, unico imputato per l’omicidio della 13enne Yara Gambirasio, per cercare possibili ipotesi alternative alla ricostruzione dell’accusa. L’avvocato Paolo Camporini ha fatto riferimento a testi “attenti” che riferirono di quel 26 novembre del 2010 quando Yara scomparve per essere trovata uccisa tre mesi dopo in un campo.

Camporini ha anche ricordato che una fisioterapista che lavorava nel centro sportivo quel pomeriggio fu molestata da un uomo. “In un processo normale questo ne farebbe l’indiziato numero uno – ha argomentato il legale – c’è stato detto che sono state fatte indagini, ma non possiamo accontentarci di questo”.

Il legale ha ribadito che quelle della vittima e dell’imputato erano “esistenze parallele”. “Massimo Bossetti, fin dall’inizio, ha scelto la strada della sincerità: avrebbe potuto dire che si conoscevano e, quindi, che il dna poteva derivare da un contatto e invece è un testone, bergamasco, un crucco: non l’ha mai vista né conosciuta”.

Dagli esiti degli accertamenti sulle sferette di metallo trovate sul corpo e dal fatto che nessuna traccia di Yara sia stata trovata sui mezzi a disposizione di Massimo Bossetti emergerebbe “tutt’altra storia” rispetto a quella ipotizzata dalla Procura. Nell’interpretazione degli esiti delle analisi della difesa, emergerebbe, infatti, che “quella ragazza è stata aggredita altrove, è stata portata in un altro posto in cui il corpo è stato avvolto”. “Si tratta di tutt’altra storia – ha scandito l’avvocato Paolo Camporini -: vi è un altro luogo, vi è l’ipotesi della presenza di più persone. Questo comporterebbe tutt’altra indagine”. L’avvocato ha fatto rilevare come sull’Iveco Daily di Bossetti “non è stata trovata nessuna traccia di sangue”. “E’ una dato significativo al massimo – ha sottolineato l’avvocato -. Il sangue non si cancella, anche dopo anni”.